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Redazione
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Watermark
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MIRTILLO:
Solitudine cara,
Da cui l’amare cure,
Il sospetto, il livor, la fraude han bando:
Lieto godei longa stagione in voi.
Godei l’ore tranquille, e il ben sereno
Di vera pace alle bell’ombre in seno;
Quando partito il verno
Di fiori, e di viole
Si coprivan le piagge,
E vedeggiando il bosco
Allor l’aure, e gl’augelli,
Vago tornando Aprile,
Davan segno d’amar dolce, e gentile.
Selve ombrose i vostri orrori,
Piagge amene i vostri fiori
Rendon pago e lieto il cor.
Piace il rio, l’aura è gradita,
Più ch’io sia di Regio albergo
La fé barbara e mentita,
Il superbo e falso onor. Selve & c.
FILENO:
Credi Amico a Fileno,
Credi, o Mirtillo, il tuo pensier t’inganna,
Se con lusinghe, e vezzi
Nell’ozio, e ne’ riposi
Al tuo deluso cuor pace promette.
Sol quella pace dura,
Che tra i [sic] sudor longa virtù matura.
Né mai sù l’erta cima
Può giunger lento il piede,
Ove in Trono immortal la gloria siede.
Rio che stagna in palude,
Torbido imbruna l’onda;
Ma se corre fra sassi,
Co’ suoi purgati argenti
Rende vago di sé specchio alle genti.
Benché resti in erto colle,
Pure alletta,
E diletta
Quella via,
Che conduce alla virtù.
L’ozio molle,
Il piacere, e il diletto,
Con mentito, e ingiusto affetto,
Rendo l’alma in servitù.
Benché resti & c.
MIRTILLO:
Fileno il tuo consiglio
Non piace a questo cuore.
Nelle piacce Romite
Lieta l’alma e contenta
Mentre poco desia, nulla paventa;
E in libertà sicura,
Priva d’ogni speranza
Pompe non cerca, e dignità non cura:
Né morde quivi il dente
Di dura invidia, a cui virtù soggiace,
Né tra fiori, e tra l’erbe
Giungono a tormentar cuore superbe.
Sol nelle Corti, e nelle Regie stanno
La biega invidia, ed il mentito inganno.
Di queste il rio favore
È come il raggio di mortal cometa,
Che tanto offende più, quanto è maggiore.
Chiude il sen la vaga Rosa,
Ma nascosa
La sua spina poi non è.
Giace, è ver l’angue [sic] fra l’erba,
Ma il veleno, che egli serba,
Sa fuggire un cauto piè.
Chiude & c.
FILENO:
Cangia voglie Mirtillo.
È tempo omai che volgi
Al giogo alpestre le ritrose piante,
Ove di verde lauro altri riceve
Corona di mercé degna, e gioconda,
E dove con ragione
Virtude è sol d’onor pianta feconda.
Declina il calle [sic] pur piano, ed aperto;
Giacché al piacer si giunge
Sol per sentiere [sic] faticoso ed erto:
Né ti spaventi degli affanni il peso,
Mentre alla gloria in grembo
Niuno ascese giammai su l’alte cime,
Se coll’ali di virtù sublime.
Nobil gloria lieta, e vaga
Qual Reina in Trono siede.
La virtù, la fama, il merto
Al suo crine forman serto.
Di sé stessa ella si appaga,
Ella è premio, ed è mercede.
Nobil & c.
MIRTILLO:
Se tanto dona il Cielo
A chi per erto calle [sic]
Giunge a trovare della Gloria il Trono,
Mi spinge un giusto amore
A mover verso lei lo spirto, e il cuore:
Ma se deluso il piede,
Pria che giunga a salirvi,
Tra lacci involto di fallaci inganni
Resterà vinto, e oppresso;
Chi mai ne’ gravi affanni
Le sarà scorta, e guida?
FILENO:
Nel Ciel lieto confida;
Ei non lascia in periglio
Chi segue il suo consiglio.
MIRTILLO:
Ne andrò dunque sicuro
Senza temer di cruda sorte il fato,
E con sperar dal Ciel grazie, e favori.
FILENO:
Lascia le rose, e i fiori.
Vanne Mirtillo ove virtù t’attende.
Ivi con grata mano
Per tua gloria prepara il giusto merto
Al faticato crin più nobil serto.
[Insieme]
MIRTILLO:
Io m’aggiungo
FILENO:
Vanne pronto
[A 2]:
alla vittoria,
MIRTILLO:
E non temo anche la morte;
FILENO:
Non temer avversa sorte;
[Insieme]
MIRTILLO:
Purché giunga
FILENO:
Giungerai
[A 2]:
ove la gloria
A 2:
Stassi in Trono a trionfar.
[Insieme]
MIRTILLO:
Spargerò
FILENO:
Spargi pur
[A 2]:
lieto i sudori;
MIRTILLO:
Purché possa un dì d’allori
FILENO:
E potrai di vaghi allori
[Insieme]:
MIRTILLO:
Il mio crine
FILENO:
Il tuo crine
[A 2]:
coronar.
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shelfmark Ms. Gesuitico 88.25
Record by Giacomo Sciommeri