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Uniform title
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Filli per vendicarsi
D’un insulto gentile,
Che ricevuto aver
Dall’amato Fileno,
Lo riprese scherzando,
Chiamandolo Incostante;
Onde con tali accenti
Fileno poscia prese
Dell’Incostanza sua
Le sue difese
Qualor si volge il guardo
O dove nasce, o dove muore il Sole,
In Cielo, in Terra, in Mar chiaro si vede,
che l’Instabilità vi tien la fede.
Il Ciel sempre si muove,
E con perpetui giri
Ora la notte, ed ora il dì n’adduce:
Ora d’ombre si veste,
Ora di luce.
Dell’aria i larghi campi
Or le nubi, or la pioggia;
Il vento, ed il baleno
Turban sempre a vicenda
Il bel sereno.
Picciol rio, che lascia il monte
Bagna il suolo, e i prati infiora,
E d’argento veste il fonte,
A cui porta l’onde chiare.
Poi cangiato il bel colore
Si dilata, e fa maggiore,
Sin che fiume i Regni onora,
E superbo corre al mare.
Picciol rio & c.
Così la Terra istessa,
Per dimostrar che vanta
Nell’Instabilità de i pregi suoi,
Giacché sito non può,
Cangia le spoglie;
E di neve veste,
Ed or di foglie:
E scuotendo sé stessa
Con i tremuoti [sic] suoi distrugge i Regni,
Quasi che d’esser stabile si sdegni.
Bacia un tempro il Mar la sponda,
E poi freme ardita l’onda.
Ora i Zefiri respirano,
Ora i turbini s’aggirano,
Ora in calma posa il Mar.
Il Nocchier l’aura sospira;
Poi scontento,
Rotte l’ancore dal vento
Ei si vede naufragar.
Dunq’io non mi confondo,
Perché Filli d’Instabile m’accusa,
Che gli elementi, e il Ciel fanno mia scusa.
Se l’uomo è un picciol mondo,
E se dal Ciel l’origine riceve;
Dell’instabilità pregiar si deve.
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shelfmark Ms. Gesuitico 88.24
Record by Giacomo Sciommeri