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Nota sul compositore alla fine della cantata: "Alessandro Stradella".
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Arresta, arresta il piè
Nell'arringo del furore
Nel tuo corso spedito
Fra catene di contenti
Ah, che la doglia acerba
Voi del cielo dorate fiammelle
Ma se per l'onde insane
Fra le turbe degli estinti
Sì, sì, voglio seguire
Poetical text transcription
Arresta, arresta il piè,
Fugace mentitor, crudo tiranno,
Ch’il tuo furtivo inganno
Sdegnato Amor vendicarà per me.
Al mio servir costante
Tal guiderdon si dà?
E con barbara empietà
Tormentata così lasci un’amante?
Ah perfido, inhumano,
Tradimenti sì fieri a me prepari
E con stile profano
Solo a mentir, solo a tradire impari?
E fra sospiri amari
Me sola esponi in queste dure selve
Scherno di predator, pasto di belve?
Ed io lassa pur resto
Invendicata ancora
E senza far dimora
L’arme hostil non appresto
E non archi e saette
Non fò di chi m’offese aspre vendette.
Nell’arringo del furore,
Fra le squadre de’ martiri
Il mio cor spiega l’insegna
Con falangi di sospiri
D’espugnare il tuo rigore
E s’Amore
Del mio pensier non smarrirà la traccia,
Prigionier ti farò nelle mie braccia.
Nel tuo corso spedito
L’aure tumultuose
L’amato suol non varcaran sì presto,
Che del mio sen tradito
L’onde caliginose
Non facciano al tuo piè gelato arresto
E con ben degno oltraggio
Nelle lagrime mie provi il naufraggio.
Ah no, sì crudo scempio
Bramar contro il suo cor l’alma non sà,
Basterà sol, che l’empio
Del mio grave languir senta pietà,
E che pentito almeno
De’ tradimenti suoi torni al mio seno.
Fra catene di contenti
Stringerà l’hore amorose
E con forme più pietose
Darà fine à miei tormenti.
Ah, che la doglia acerba
Corrompe ogni dolcezza,
E con tacita asprezza
Solo al penar il viver mio riserba.
Soffio d’aura superba
Gonfia della speranza il debil seno.
Ma nel mar del dolor naufraga il pino.
Voi del cielo dorate fiammelle,
Ch’infondete a’ mortali gl’ardori,
Fate fede coi vostri splendori,
Se s’asconde il mio sol fra le stelle.
Ma se per l’onde insane
Di tumid’Anfitrite
Con l’ali dell’ardir varca le spume
E alle sponde inhumane
Del portentoso Dite
Tributario del duol piega le piume.
Fra le turbe degli estinti
I più chiusi laberinti tentarò.
E nel regno delle pene
Il mio bene seguirò.
Sì, sì, voglio seguire,
Chi m’abbandona e fugge,
Sì, sì, voglio servire,
Chi mi consuma e strugge,
E con funesta sorte
Morirò per cercar, chi mi dà morte.
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