Record num. 4356

Bibliographic level

Constituent unit

Type of record

Handwritten music

Date

Single known date, 1707

Title

[Taci, Eurilla, deh taci]

Music format

Full score

Linked names

composer: Mancini, Francesco (1672–1737)

Publication

Napoli : copia, 1707

Watermark

Not recorded

Notes

Annotazioni rasate (forse nome del compositore) in alto della pagina.

Scoring

Soprano e continuo

Bibliography

Wright 1975: no. 179

Analytical description

1.1: (recitativo, fa maggiore, c)
Taci, Eurilla, deh taci, oh come, oh quanto
2.1: Andante(aria, re minore, 3/8)
È difetto della fede
3.1: (recitativo, c)
Non mi chiamar crudele
4.1: A tempo giusto(aria, si♭ maggiore, c)
Fatto il colpo fu visto, che amore
5.1: (recitativo, c)
All’or gettò la benda
6.1: Largo(aria, la minore, 12/8)
Quando fu, che si piangea
7.1: (recitativo, fa maggiore, c)
A te restò del Dio d’amor la benda

Poetical text transcription

Taci, Eurilla, deh taci, oh come, oh quanto
Col dubitar del amor mio m’offendi,
Se il mormorio di quel ruscello intendi,
Saprai, che l’acque sue sono mio pianto.
Mira e vedrai sotto quell’acque i sassi,
Che schieggie son di questo cor spezzato
Dalli fulmini, oh Dio, de tuoi bell’occhi.
Quanto vedi et ascolti
E il caldo venticel, che tu respiri,
Son mie piaghe, mio pianto e miei sospiri.

È difetto della fede,
Se un amor, che poi si vede,
Per amor non vien creduto.
E se un cor non è spietato,
Il chiamarlo infido, ingrato
Argomento è di rifiuto.

Non mi chiamar crudele,
Che mai non fu senza pietà Fileno,
Solo il cor mio senza pietà mi vide,
Quando per te, ch’all’amor mio non credi,
Me lo svelsi dal petto e a te lo diedi.
Sai pur, se il primo io fui
A palesarti, ò Eurilla,
Quel, che star non potea più chiuso foco,
Ti mostrai la profonda alta ferita,
Alta così, che quando il cor m’aprio,
Vi perdè la saetta il cieco Dio.

Fatto il colpo fu visto, che amore
Per ritoglier suo dardo sen venne.
Ma non l’hebbe, che tutto nel core
S’era immerso già sino alle penne.

All’or gettò la benda
Per veder la gran piaga
E la trovò si grande il nume cieco,
Che per pietà si mise a pianger meco.

Quando fu, che si piangea,
Mi parlava ogni pupilla.
E dolente mi dicea:
Qui si piange per Eurilla.

A te restò del Dio d’amor la benda,
Bendasti i lumi tuoi, più non ci vedi
E questa è la cagion, che non mi credi.

Country

Italy

Language

Italian

Shelfmark

I-Gl - Genova - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "N. Paganini"
shelfmark A.7b.42 (A.1.20).1

Record by Berthold Over
Last modified: