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Su la pendice estrema
Alla povera viola
Ne perché d’humil valle
S’io negletta e senz’orgoglio
La tua vaga foriera
Son bruna, ma bella
Poetical text transcription
Su la pendice estrema
Di vaga collinetta,
Ch’a limpido ruscello era la sponda,
Sola tra fronda e fronda
Timida Violetta
Odorosa e gentile
Sorgea foriera al già vicino Aprile.
Quando lieta asciugando
A i rai del nuovo di
Le rugiade del viso,
Con vezzoso sorriso
Al sole amante favellò così:
Alla povera viola,
Amato mio splendor,
Deh, volgi un raggio.
Perch’io possa amarti sola,
Quand’ascoso è ogni fior,
Prevengo il maggio.
Ne perché d’humil valle
Rustica habitatrice,
Mi nasconda tra l’herba
Con bellezza superba
La rosa vantaggiosa,
Di me più vaga al nuovo dì si desta,
Vince ogn’altra beltà modesta.
S’io negletta e senz’orgoglio
I desiri ho meno audaci;
Mi nascondo, che non voglio,
Che ogni Zeffiro mi baci.
La tua vaga foriera
Per render più gradita
Quella via, che t’addita in cielo suole
Prima che rose ancor sparger viole,
Son bruna, il so, ma’l bruno mio colore
Esser ti devo accetto,
S’il bruno è de’ tuoi raggi usato effetto.
Son bruna, ma bella,
Modesta e vivace.
Benché verginella
Mi rendo, m’accendo
D’amore alla face.
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shelfmark A.7.16 (A.1.5).11
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