Record num. 4301

Bibliographic level

Constituent unit

Type of record

Handwritten music

Date

Uncertain date, 1689-1717

Title

Del Sig. Scarlatti / Il Nerone.

Music format

Full score

Linked names

composer: Scarlatti, Alessandro (1660-1725)

Is part of

[13 Cantate] (record n. 4291.10)

Publication

Roma : copia di Francesco Lanciani

Watermark

Not recorded

Uniform title

Abbandonato e solo. Cantata, Il Nerone

Scoring

Soprano e continuo

Bibliography

Hanley 1963: n. 11, pp. 86-87

Analytical description

1.1: (recitativo, fa minore, c)
Abbondonato e solo
2.1: (aria, fa minore, c)
Quella morte, che per gioco
2.2: (aria, fa minore, c)
Teme forse, che se more
3.1: (recitativo, c)
Ma che miro? La morte al mio desio
4.1: (aria, do minore, c)
Vieni pur, vieni sì, sì
4.2: (aria, do minore, c)
Già che scritto è in ciel così
5.1: (recitativo-arioso, do minore, c)
Ma non merta Nerone
6.1: (aria, la♭ maggiore, c)
Contro l'armi dell'Inganno
6.2: (aria, la♭ maggiore, c)
Per punir empio Regnante
7.1: (recitativo, fa minore, c)
Così fremea Nerone e fù trafitto

Poetical text transcription

Abbondonato e solo
Dunque morrà Nerone?
Dov’è l’ardito stuolo
Delle mie colpe, dove?
L’armi alcuna non muove
Per si giusta cagione?
Forse havete in horrore
Di svenar figlie ingrate
Il vostro Genitore?
A che dunque tardate,
Quando innocenti sol farvi potete,
Se Nerone uccidete?

Quella morte, che per gioco
Fu si pronta a un sol mio sguardo,
Hor che supplice l’invoco,
Per me sol non ha più dardo.

Teme forse, che se more
La cagion di tante morti,
Più le palme il suo furore
Di tant’alme non riporti.

Ma che miro? La morte al mio desio
Moltiplica le forme.
Oh come siete horribili in sembianza.
Venite pur, ardite,
Larve di mia costanza,
Che se ben voi tacete
Tra le ferite e il sangue,
Riconosco ben io
Le divise Reali el volto esangue.
Poppea già m’incatena,
Mi trafigge Agrippina,
Già Seneca mi svena.
Sù, tre furie del cielo,
Sù, tre Gratie d’Averno,
Squarciate il mortal velo
E per maggior suo scherno
Renda a Neron la morte
Il maestro, la madre e la consorte.

Vieni pur, vieni sì, sì,
Non paventa un alma forte,
Scherza sempre con la morte,
Chi nel fallo si nutrì.

Già che scritto è in ciel così,
Scuota il Fato al mondo il giogo,
Ogni stella e face al rogo,
Che ad’un empio il fallo ordì.

Ma non merta Nerone
Più sublime homicida,
Sfido Claudio a tenzone
Neron, Nerone uccida.
E se Neron non trova il quando o il come,
Il suo pensier l’uccida o l’ombra o‘l nome

Contro l’armi dell’Inganno
Si fa scudo l’Innocenza all’empietà.
Ma si cangia in ferro ignudo
Per la morte d’un Tiranno
Con il vanto di pietà.

Per punir empio Regnante
Maggior pena sù nel Cielo Astrea non hà.
Ogni passo è mia catena
E mi svena in ogn’istante
La mia stessa crudeltà.

Così fremea Nerone e fu trafitto
Dalla morte non già, ma dal delitto.

Country

Italy

Language

Italian

Shelfmark

I-Gl - Genova - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "N. Paganini"
shelfmark A.7.16 (A.1.5).10

Record by Berthold Over
Last modified: