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Aure voi che leggiere
Aure care deh volate
Ditele voi sì s' che l'amor mio
Può soffrirsi la lontnanza
Poetical text transcription
Aure, voi che leggiere
da me partendo in un momento solo
all’infido mio ben baciate il seno,
deh, per pietade almeno
fate noto a colei l’acerbo duolo
del mio tradito amore;
dite a Nice infedel la pena mia,
ch’a morir mi condanna
ria lontananza e gelosia tiranna.
Aure care, deh volate
a trovar l’amata Nice
che lontana move il piè.
Ma se infida la trovate
per non farmi piú infelice
non tornate, aure, da me.
no no.
Ditele voi sí sí che l’amor mio,
l’invitta mia costanza,
le tante prove e tante
che quest’anima amante
dell’eterna mia fede
a lei diede ad ogn’ora,
ben mi facean sperar maggior mercede
e al mio lungo servir piú lieta sorte,
lasso, men vado a morte,
ché se Nice lontana
infida mi disprezza
e un novel desire,
soffrir già nol poss’io senza speranza.
Può soffrirsi la lontananza
quando resta dalla speranza
consolato l’affanno del cor.
Ma la doglia si fa troppo ria
quando tenta crudel gelosia
render vane le gioie d’amor.
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shelfmark Cantate 19.11
Record by Teresa M. Gialdroni