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Redazione
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Watermark
Not recorded
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Analytical description
Troppo begl’occhi o Dio voi m’offendete
Hor togl’un guardo la modestia e suole
Che sventura è la mia occhi crudeli
Adorate pupillette
Che v’importa o luci belle
O quanto avete torto
Se più non girano/Se più non splendono
O bel mostro d’Amore
Poetical text transcription
Troppo begl’occhi o Dio voi m’offendete
Mascherando il rigor con l’honestà
E pur lasso sapete
Ch’un guardo mi costò la libertà.
Hor togl’un guardo la modestia e suole
Ancor ch’in Ciel mirar a tutti il sole
E gl’occhi o Dio mirate
Siete cieli d’amor e non girate.
Che sventura è la mia occhi crudeli
Che sol per me non girano più i cieli.
Adorate pupillette
Se pietà merta chi more
Fate pur che l’egro core
Mor’a colpi di saetta.
Che v’importa o luci belle
S’il mio cor ha da morire
Che l’uccida il suo martire
O l’uccidano le stelle.
O quanto avete torto
A non voler mirarmi
Se mi volete morto
Perché non saettarmi.
Che tirannie son queste ahi dura sorte
Negar la vita e poi non dar la morte.
Se più non girano
Quegl’occhi belli
Se non mi mirano
Crudi e rubelli
Come farò?
Se più non splendono
Quelle pupille
Benché m’accendono
Di più faville
Io morirò.
O bel mostro d’Amore
Tu ch’hai volto di Ciel di furia il core
Deh volgi homai quel tuo leggiadro viso
Non dà pene d’Inferno il Paradiso.
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Shelfmark
shelfmark 33.4.13(b).6
Record by Giacomo Sances