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Watermark
Not recorded
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In una raccolta di cantate su testi di Antonio Ottoboni compilata nel 1709.
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Elpino innamorato
Vi par, che sia poco
Voi sete, ò luci belle
Cimento ardito il ciglio
Ardisce il guardo mio
Poetical text transcription
Elpino innamorato
Guardava un dì la sua diletta Eurilla
E la bruna pupilla
Gli raddoppiava il sen l’incendio usato;
Onde rivolto a quelle
Lucidissime stelle
Con ciglia immote in quel bel lume affisse,
Scosse la tema irressoluta e disse:
Vi par, che sia poco,
Begl’occhi, che ardete,
Ch’io treschi col foco,
Ch’intorno spargete.
Quel raggio, ch’adoro,
Mi sfida al cimento,
È vero, ch’io moro,
Ch’io moro contento.
Voi sete, ò luci belle,
Del ciel d’Amor le stelle,
Mà se fisse non sete,
Forz’è, che siate erranti ò pur comete.
Da vostri influssi il mio destin dipende,
Sempre v’os[s]erva il cor, ne mai v’intende.
Cimento ardito il ciglio,
Begl’occhi, a quel splendor,
Ma poi d’un fiero ardor
La pena io provo.
Conosco il mio periglio,
Ma poi nel mio dolor
La pace io trovo.
Ardisce il guardo mio
Quel lume vagheggiar,
Ma voi col balenar
Gl’occhi abbagliate.
Pur fido esser vogl’io,
Ma voi del mio penar
Nulla curate.
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