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Piaghe, strali e ritorte
Tu mi sprezzi e pur vedi, ch'io t'amo
Per te sol di soffrir m'affatico
Se tu mirar potessi
Soffro, è ver, ma la speranza
Spero, è ver, ma la mia speme
Poetical text transcription
Piaghe, strali e ritorte
Danno al mio core amante
Con speranza la vita, ogn’or la morte.
Deh, per mercè volgete,
Care pupille, a questo sen gli sguardi
Che in riso all’or vedrete,
Che son mie le fonti (?) e vostri i dardi.
E tu, Fileno, oh Dio,
Dolce tiranno mio,
Tu stringesti aspri nodi e rie catene
Alla mia libertà,
Che sospira pietà, ma non l’ottiene.
Tu mi sprezzi e pur vedi, ch’io t’amo,
Non mi curi e fedele son io.
Ed ogn’or con acceso desio
Nel mio sen lacrimando ti bramo
E ti chiamo: bell’Idolo mio.
Per te sol di soffrir m’affatico,
Duri affanni in un l’alma già sviene.
Ma tu sdegni temprar le mie pene
Al mio duol, benché sembri nemico,
Pur ti dico: Mia vita, mio bene.
Se tu mirar potessi
Tutti i tormenti miei,
Con non lieve pietà del mio dolore
Esclamar t’udirei:
Quanto soffri per me, misero core!
Ma, se al duol, che sta chiuso
Nel interno del cor, forse non credi,
Vieni ed’ascolta e vedi
Il mio ciglio piangente,
Il pallor del mio volto
E del labro dolente
Le querele e i sospiri,
Che t’additan purtroppo i miei martiri.
Soffro, è ver, ma la speranza
Dolcemente ogn’or m’alletta
Mentre il duolo in me s’avanza,
Par che lieta mi prometta
Bel conforto in tante pene.
Io l’attendo e già mi moro
E il ristoro ancor non viene.
Spero, è ver, ma la mia speme
Mi delude e mi lusinga,
Mentre il cor sospira e geme
Par che lieta mi dipinga
Bel conforto in tante pene.
Io l’attendo e già mi moro
E il ristoro ancor non viene.
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shelfmark Sant.Hs.855.9
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