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La vezzosetta Eurinda
Scopre al sole il sen vermiglio
Quella Rosa gentile
L'aure, che volano
Oh quanto à quella rosa è somigliante
Ò Donzellette
Poetical text transcription
La vezzosetta Eurinda,
Che col maturo senno
Preveniva dagl’anni il corso audace,
Eurinda, à cui sol piace
Prendere à scherzo e gioco
D’Amor lo strale e il foco,
Entro un vago giardin soletta un dì
Vidde la Rosa e favellò così:
Scopre al sole il sen vermiglio
Quella Rosa si vezzosa
Ed il sol cò i rai l’offende.
Gira incauta il guardo, il ciglio
Donzeletta superbetta
Ed Amore il cor l’accende.
Quella Rosa gentile,
Che siede sì vezzosa
Sovra la siepe ombrosa,
Oh quanto è bella e vaga,
Ogni sguardo curioso in lei s’appaga.
Ed essa insuperbita,
Che vede custodita
Dalle pungenti spine
La sua cara bellezza,
Ogn’altro fior disprezza
E par, che dica in sua muta favella:
Io son pur vezzosetta, io son pur bella.
L’aure, che volano,
Tutte le scherzano
Nel vago sen.
Ninfe e pastori
I grati odori
Lieti accarezzano,
Ma poi la sprezzano,
Quando vien men.
Oh quanto à quella rosa è somigliante
D’una vaga Donzella il bel sembiante!
La Rosa all’hor che sente
Del sole il raggio ardente
Perde il suo bello e scolorita cade.
Così perde beltade
Tenera Donzeletta,
All’or che la saetta
Del cieco Dio d’Amore
Le impiaga il seno e le trafigge il core.
Ò Donzelette,
Ch’insuperbite
Della beltade,
Non vi fidate
Del Dio d’Amor.
Languir vedrete
Il bel sembiante,
Se le saette
Del nume infante
Un dì sentite
Giungervi al cor.
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