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Stanco di più soffrire
Semplicetta, ancor non sai
Rivolgi pur, rivolgi ad altro oggetto
Più d'un sembiante
Poetical text transcription
Stanco di più soffrire
Il mio lungo martire,
Che d’un ingrato core
Sostenne un tempo il mio costante amore,
Acceso d’ira il petto
Dissi ad amor: Sdegno quel fido affetto,
Che mi accendesti in seno.
Ma che tosto vidd’io scender dall’etra
Un pargoletto arcier con la faretra,
Che vibrò verso me più dolce il dardo
E ridendo mi disse:
Per sì breve languir troppo codardo
Vuò, che sempre t’accenda il foco mio,
Che dovunque mi volgo, Amor son io.
Semplicetta, ancor non sai,
Quanto dolce sia l’amor.
Ma poi quando sentirai,
Come grato sia quel bene,
Che ne viene,
Godrà lieto il tuo cor.
Rivolgi pur, rivolgi ad altro oggetto
Dell’alma il puro affetto.
Dimmi, o cor, che risolvi
À i saggi suoi consigli.
Ah che fiamme novelle
Già sento al sen per due più vaghe stelle.
Ma dovrò dunque, oh dio, la fè tradire?
Ah nò, si celi in seno
In eterno silenzio il mio martire.
Ahi qual dura battaglia
D’ogni lato si vede
Far nel mio petto insieme Amore e fede?
Deh in sì fiero periglio
almen cortese amor porgi consiglio.
Più d’un sembiante
Ama ogni core;
Sento, che amore
Dicendo va.
Ne gode un alma
La dolce calma,
Se ardita amante
esser non sa.
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shelfmark Mus.ms.3189.4
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