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Or che contento e lieto
Se miro il gelsomino
No, che goder non posso
Dall'aura del tuo labro
Tanto creder tu dei, tanto ti giuro
Io torno a ricordarmi
Poetical text transcription
Or che contento e lieto
Per te sol, Clori mia, vivo e respiro,
Non v’è cosa quaggiù che più m’appaghi
Fuor de’ tuoi lumi vaghi;
E se pur si ritrova
Cosa quaggiù che dar mi può diletto,
Per miracolo d’Amore
Mi rappresenta il tuo gradito oggetto.
Così quando talora
Ai vaghi fior ho il guardo mio rivolto
Subito, oh cara, penso al tuo bel volto.
Se miro il gelsomino
Vagheggio il suo color,
Ch’è copia del candor
Che porti in seno.
Se mai veggio la rosa,
A te, bella vezzosa,
Pensando l’alma mia
Ti brama e ti desia,
D’amor vien meno.
No, che goder non posso
Gioia verace e fida
Lungi da quel pensier che a te mi guida!
E lontan da quel bello
Che porto al cor si’ dolcemente impresso
Non ritrovo me stesso entro me stesso.
Dall’aura del tuo labro
Il fido labro mio
Prende il respiro.
E dove muovi il pié
Per segno di mia fé
Non lascia di seguirti
Anche il pensiero.
Tanto creder tu dei, tanto ti giuro.
E se fia che già mai
Di straniera beltà l’altera fronte
Tenti per suo piacer di lusingarmi...
Io torno a ricordarmi
Il crine, il volto, il sen
Di te, mio caro ben,
Di te, mia vita.
Così tua bella immago,
Contro del cieco ignudo,
Fu arciero e sarà scudo
Dell’amorosa mia
Dolce ferita.
Country
Language
Shelfmark
collection Noseda
shelfmark B.78.20
Record by Stefano Aresi