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Not recorded
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La cantata è stata copiata per il Cardinale Pietro Ottoboni nel 1691 e 1692.
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Scoring
Bibliographic repertories
Bibliography
Analytical description
[I]mportuno sospir, tornami al core
Con lo sguardo il suo dardo
Muto strale pur fatale
Son le porte d'Amore
Sei destinato
Con risoluta e nobile costanza
Mà il pensiero ancor s'avanza
Con insolito ardimento
Conosco ben, che troppo
Poetical text transcription
[I]mportuno sospir, tornami al core.
Che non conviene al labro
Palesar quel dolore,
Di cui sola cagion fur gli occhi miei.
Taci, mia lingua, e sia
Opra di questo luci
Con moribondo giro
La forza celebrar del mio martiro.
Vedrà colei, ch’adoro,
Vedrà sul volto la vicina morte
E soffrendo e tacendo
Vedrà il cor di lei: vincer intendo!
Con lo sguardo il suo dardo
Nel mio seno amor portò.
Così ancor spero in Amor,
Che col guardo vincerò.
Muto strale pur fatale
Nel mio cor la piaga aprì.
Muto anch’io dell’idol mio
Vuò mercè se mi feri.
Son le porte d’Amore
Quelle del ciglio.
Dove hà la prima
Sorgente, amico foco
Penetra à poco à poco.
Indi scendendo ad infiammare un petto
Con perpetuo soggiorno
À danno poi del cor sveglia l’affetto.
All’hor, misero amante,
Sentendo un nuovo mal, che non distingue,
Chiede, ne sà di che,
Si duol, ne sa di chi.
Mà giunto poi à penetrar l’arcano
Si querela d’amore
E tacendo frà se parla al suo core:
Sei destinato,
Povero core,
À soffrire, penare e tacer.
Mà quell’amore
Che t’hà piagato
Tacendo, soffrendo ti guida à goder.
Con risoluta e nobile costanza
Non si tema il tormento.
Pensa, pensa ò cor mio,
Quanto bella è colei, che t’innamora.
Pensa alla fronte, à i lumi,
Al labro di corallo, al sen di neve,
Al dolce tratto, à quell’April, che ride
Sovra le guance, e credi
Fortuna il tuo dolor, benché t’uccide.
Mà il pensiero ancor s’avanza,
Ne dispera haver conforto;
Che si amabile sembianza
Non saprà negarmi il porto.
Con insolito ardimento
Alte idee porto al mio core;
E se fia grande il cimento,
Sarà grande anche l’honore.
Conosco ben, che troppo
In alto volo fido i miei vanni
Ed’Icaro all’esempio
Dal mio soverchio ardir cerco il mio scempio.
Mà la ragion non giova
Saggio parlar d’amor, chi amor non prova.
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