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Redazione
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Watermark
Not recorded
Notes
Testo messo in musica da Giovanni Bononcini (cfr. D-B , Mus.ms. 2226)
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Poetical text transcription
Quando mai Cupido ingrato
Sentirai di me pietà
Di mie pene è satio il fato,
Stanchi son di pianto i lumi,
Di querele offesi i numi
Tu non hai più crudeltà.
2.a
D’un bel foco il cor m’accendi,
E prometti la mercè;
Poi col gelo ognor l’offendi
E con armi di veleno
Vuoi nel campo del mio seno
Trionfar della mia fé.
Mi lega un biondo crine
E mi sembra che amore
Quasi Tritone alato
All’Eritra, al Pattolo, al Gange, al Tago
Con le dorate arene
Si ponesse a filar le mie catene:
Ma per me saria meglio,
Che il crin fosse più nero,
E più candida l’alma
Regolando alla chioma il vago errore
Donasse i nodi suoi solo al mio core.
Meno bella, e tutta mia
Cara Filli io ti vorrei
Volontieri nel tuo volto
Un difetto soffrirei
Per fuggir la gelosia
Cara Filli, io ti vorrei
Meno bella, e tutta mia.
2.a
Più fedele, e meno vaga
Cara Filli io ti desio
Mi contento che al mio petto
Influisca il cieco dio
Dei rivali ancor la piaga
Cara Filli, io ti desio
Più fedele, e meno vaga.
Mentisce, o mia tiranna
Del tuo seno il candore
Che mille volte offese
La sposa di Titon foriera al giorno;
Se amor nasce nell’alma
E l’esterna bellezza
Come specchio dell’alma in noi rimira,
È un inganno del guardo
Che adulato dai sensi
Fenice del piacer nasce e vien meno,
Se l’alma poi non corrisponde al seno.
Tempra un dardo bendato crudele
Fra gli ardori di mia fedeltà;
E poi vibralo a quella infedele
Nei rigori di tua crudeltà.
E così non potria Filli incostante
Svegliar nel petto amante
Perfida gelosia;
Ma essendo senza fede,
Dovrebbe amarmi con la fede mia.
2.a
Di più cori o fanciullo volante
Cerca i lacci et annodali a me;
Perché possa il mio bene incostante
In più nodi legar la sua fé.
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Shelfmark
collection Vat. lat.
shelfmark 10204.53
Record by Teresa Gialdroni