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Redazione
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Watermark
Not recorded
Notes
Testo messo in musica da Bernardo Pasquini (cfr. I-MOe, G. 254)
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Poetical text transcription
Arse gran tempo è vero
Benché senza speranza
D’una cruda bellezza il mio pensiero
E fu trofeo d’amor la mia costanza;
Vissi amante sprezzato,
E quanto Clori era per me crudele
Tanto io d’esser fedele
Su la benda giurai del nume alato.
È delirio dell’alma che piange
Quella speme che alberga nel cor.
E quando l’affetto
Non ritrova nel pianto il diletto,
È chimera in sembianza d’amor.
2a
È ludibrio del cielo adirato
Un amante che chiede pietà.
E quando negl’astri
Manca l’esca alle pene, ai disastri,
Divien colpa ogni gran fedeltà.
Vidi alfin che la sorte
Ridea delle mie pene
E in van senza la morte
L’alma spezzata avria le sue catene.
Tentai la libertà, ma sempre invano,
Onde risolsi un giorno
O di morir partendo,
O di viver lontano.
Hor son lungi dal mio foco,
Ma non so se basterà.
Un pensiero con voce suprema
Mi dice ch’io tema.
Indi un altro fra tanti pensieri
Consiglia ch’io speri,
Perché forse a poco a poco
Il destin si cangerà.
Ma intanto non si cangia
Delle sventure mie la tempra orrenda,
E qualunque vicenda
Invece di influir qualche consolo,
Lacrime accresce ai pianti, e duolo al duolo.
2.a
Son fuggito dal mio nodo,
Ma non so se gioverà
Ho disciolto del piè la catena,
Ma non della pena;
Va diviso dal piede che fugge
Il cor che vi strugge;
Onde sol contemplo, e godo
Un’idea di libertà.
Ma se il fuggir non basta
Il pensiero e la pena, il laccio e il foco
Con tormento più strano
Dirò che ho da morire,
e pur dalla mia morte io son lontano.
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collection Vat. lat.
shelfmark 10204.28
Record by Teresa Gialdroni