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Titolo dall'incipit testuale.
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Non temer di lontananza
Piagge apriche e fortunate
Lontananza a tuo dispetto
Spera, spera, mio cor, chi sa
Ma lasso e dove sono
Così Tirsi lontan dal suo bel sole
Poetical text transcription
Non temer di lontananza
La tiranna sua possanza
Che se i corpi slegar sa
Il mio cor
Dal tuo mai partir potrà.
S’agl’occhi apportar suol ombra ed orrore
A sua onta, a suo scorno
Tutto di raggio adorno
Havrà da te bel sol hum’il mio core.
Piagge apriche e fortunate,
Moti lucidi e sereni,
Campi vaghi e prati ameni,
Mie campagne sospirate.
Lontananza a tuo dispetto
Havrà il cor preso diletto
Ti promette la mia speme
Far morir fra stenti e pene.
Spera, spera, mio cor, chi sa
Detta speme credi alla fé
Il tuo ben qui già volge il piè
Presto torna la tua beltà.
Venga pur la lontananza
A tenzon con la speranza
Che senz’altro havrà la gloria
E soffrendo havrà vittoria
Dell’infida sua costanza.
Pugna pure pugna mia speme
Ch’il mio core non languirà.
Ma lasso e dove sono
Chi ascolta i miei lamenti
Ahi chi porge aita ai miei tormenti
Ed ha raggion ahi lasso
Miser che quello è un tronco e questo è un sasso.
Così Tirsi lontan dal suo bel sole,
Sbattuto dal dolor di lontananza
O lusingato ancor dalla speranza
Col suo pensier baccante
Volgeasi al suo bel sole, a Clitia amante,
Così facento rimbombar valli
Al flebil suon de liquidi cristalli
Con dolorosi accenti
Dava all’aure i sospir, la voce ai venti.
Country
Language
Shelfmark
collection Noseda
shelfmark A.54.42
Record by Ivano Bettin