Record num. 12606

Bibliographic level

Constituent unit

Type of record

Handwritten music

Date

Uncertain date, 1700-1725

Title

La fenice / Cantata à Voce Sola con V.V. / Del S. Alessandro Scarlatti / [Su l’ora appunto che col carro d’oro]

Music format

Full score

Linked names

composer: Scarlatti, Alessandro (1660-1725)

Redazione

[S.l. : copia, 1700-1725]

Physical description

1 partitura (c. 63r-83v)

Watermark

Not recorded

Notes

Titolo dall'intitolazione a c. 63r. La fonte non è citata nel catalogo di Hanley 1963

Uniform title

Scoring

Soprano, 2 violini e continuo

Bibliographic repertories

Bibliography

Hanley 1963: n. 696

Analytical description

1: Introduttione. Presto(introduzione strumentale, do maggiore, C)
%G-2@C {''8C6EF}{8G'G}{''6CEDC}{DFED}/{8E6CD}{EFGF}{8EG}4'G/
2: Rec:vo(recitativo, C)
S, Su l’ora appunto che col carro d’oro
%C-1@C 8-'GGG''4CC/8CCDE'4BB/
3: Aria. Allegro(aria, do maggiore, C)
S, Se disciolti son quei nodi
4: Rec:vo(recitativo, C)
S, Gradite libertà
5: Aria(aria, sol minore, 12/8)
S, Ogn’or cantando
6: Ritor.(ritornello, sol minore, 12/8)
7: Rec:vo(recitativo, C)
Oh quanto più gioisce
8: Aria. Andante(aria, la minore, 3/8)
Che talvolta Cupido tiranno
9: Rec:vo(recitativo, C)
Oh come più felice tra le selve
10: Aria. Allegro(aria, si minore, C)
Dunque mio cor impara
11: Arpeggiato e piano(arioso, C)
Al ciel donde discese

Poetical text transcription

Su l’ora appunto che col carro d’oro
Sorgeva Apollo a ricondurre il giorno
Sparso la fama avea in ogni choro
De’ le ninfe d’Arcadia e de’ pastori
Come Dorisbe invitta
Della iriforme dea al casto trono
L’amorose sue voglie appese in dono.
Aminta allor confuso
E forte insieme del sprezzato Imeneo
Anch’ei con tali accenti
Le fasce abbandonate erse a trofeo.

Se disciolti son quei nodi
Che rendevan l’alma ancella
Ti ringratio amica stella
Spirto mio trionfa e godi.

Gradita libertà quanto sei cara
Che giova a quell’augel che tolto un dì
Fu nel canario lido
Da mano insidiosa al patrio nido.

Ogn’or cantando
Passare il giorno
Fra i tetti d’or.
Se poi penando
Di ferri ha intorno
L’aspro rigor.

Oh quanto più giosce allor ch’esposto
Anche al soffiar di Borea e al raggio estivo
Alterna il volo suo di ramo in ramo
Or del lauro or del mirto or dell’ulivo
E satio al fin di picciol grano o verme
Spegne la sete sua nell’acqua chiara
Gradita libertà quanto sei cara!
Ma no che voi pur non godete a pieno
Di dolce libertade il bel sereno.

Che talvolta Cupido tiranno
Vi ferisce v’assale v’uccide
Muta il canto in sospiri in affanno
E de’ vostri tormenti si ride.

Oh come più felice
Tra le selve d’Arabia è la Fenice
Ella vive a sé stessa e sola al mondo
Non provò mai d’Amor laccio o puntura
E vecchia al fin ad onta di natura
Sovra rogo odoroso
Ai rai del sole dibattendo l’ale
Da le ceneri sue sorge immortale.

Dunque mio cor impara
Ad amar la libertà
Fuggi la doglia amara
Fuggi ogni beltà.

Al ciel donde discese
Estinti i bassi giorni
Chi nacque in libertà libero torni.

Country

France

Language

Italian

Shelfmark

F-Pn - Paris - Bibliothèque Nationale de France
shelfmark RES VMC MS-148 (3)

Record by Giacomo Sciommeri
Last modified: