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Per l'attribuzione della copia al Copista 11 cfr. bibliografia.
Il testo tratta l'episodio leggendario della morte di Archimede durante l'assedio di Siracusa.
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Analytical description
Già fra le stragi
Chi sei tu che sprezzando
Ma tu taci e mi sprezi
Così terminò i detti
La morte il tutto discioglie
Mortal mentre dipingi
Poetical text transcription
Già fra le stragi e il sangue
Siracusa languiva preda di Marte,
Vedeansi in ogni loco,
Scorreano in ogni parte
Le furie armate alla feroce impresa.
L'ostinata contesa
Rendea l'odio maggiore
Ed acrescea il furore
De militari insulti.
Fra bellici tumulti
Chi lascia il padre e chi abbandona i figli,
Chi fugge i patrii tetti,
Piangono i pargoletti
Corre la turba imbelle,
Ai sacri tempi appendono i devoti
Ai simulacri i voti,
La deità bestemmian l'empi.
Solo fra tanti essempi
Non si turba Archimede il pie' non volge
E da ciò che disegna
Il ciglio sol d'allontanar disdegna,
Ma barbaro gueriero
Porta al sacro recesso il piede ardito
E con la man rubella
Pria percuote Archimede, indi favella.
Chi sei tu che sprezzando la sorte
Non paventi il nemico inhumano,
E formando caratteri al piano
Incantar, la pensi la morte.
Ma tu taci e mi sprezi,
Hor finita sia la meza
Degl'alti disegni,
E per te la linea che segni
Sarà l'ultima linea di vita.
Cosi terminò i detti
E nel ventuoso fianco il ferro immerge
Et allor il nobil veglio agl'accedenti
S'nodò la lingua e ne percuoto i venti.
La morte il tutto discioglie,
Amica alle tue voglie,
Pretendi ogn'hor la sorte
Ciò che tu brami a te medemo finga.
Mortal mentre dipingi
Al avido pensier porpore e segno,
Manchi nuovo Archimede in sul disegno.
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Shelfmark
shelfmark H 659(III).18
Record by Matteo Giannelli