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Gianturco considera dubbia l'attribuzione a Stradella
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Vado a morir Domitio e a miei sudori
S’aprin pur nelle mie vene
Moro lieto o Nerone
D’uscir dal carcere
Moro o Neron, ma pria
Poetical text transcription
Vado a morir Domitio e a miei sudori
Poco premio non sembra
Che tu mi dij la morte?
Dalle vene il sangue
Verserò con cui la fama
Scriverà Il tuo rigor la mia costanza:
D’una stessa sembianza
Sempre mi vide Roma
Ed hor la morte prova
Con la mia vita egual la sorte.
S’aprin pur nelle mie vene
Cento piaghe e scorri il sangue
Che costante io morirò.
Con la gloria delle pene
Quanto fia ch’io resti esangue
Su nell’etra io volerò.
Moro lieto o Nerone
Che più di morte
M’è il ceffo tuo orrendo
Che se ancor negli abissi
Celasse l’alma mia
Del Trifauce compagna e dell’Eumenidi
Là non vedrò le madri
Sviscerate da figli e non i figli
Prima morti che nati;
Et i maestri paghi,
O crudel con guiderdon simile
Men fierezza ha Pluto;
Peggior di mille inferni è un sol Nerone.
D’uscir dal carcere
S’affretti l’anima
Né tardi più.
Che di Domitio
La vita orribile,
Fa più terribile
Sua schiavitù.
Moro o Neron, ma pria
Che agl’Elisi m’involi
Roma d’un saggio ispan le voci ascolta
Se quest’Idra infernal tu non uccidi,
Se di Troia sei figlia
e col ferro e col foco
Le tue Anguste superbie
A Troia eguaglierà quest’empio un dì
Neron, Domitio, Oh Dio! E qui mori.
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shelfmark DD.51.25
Record by Alessandro Sabino Virgilio