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Redazione
Physical description
Watermark
Not recorded
Notes
Nella cantata vi sono riferimenti alla Guerra austro-turca combattuta da Leopoldo I d'Asburgo e Mehmed IV (1683-1699): «Depressa Luna» per indicare le sconfitte dell'Impero Ottomano. Due ariette e un'aria hanno i versi in castigliano (9.1), napoletano (13.1) e latino (15.1); un recitativo è in eco (16.1).
A p. 302: «Sinfonia»; a p. 317: «Senza Cembalo.»; a p. 329: «Ar.» e «Con Cembalo.»; alle p. 373, 393, 409, 426: «Segue l'Aria.»; a p. 374: «Ar.» e «Senza Cembalo.»; p. 389: «Voltate per il Ritt.º subbito.»; p. 390: «Ritt.º»; a p. 406: «Ritt.º subbito», a p. 455: «Fine».
Uniform title
Scoring
Bibliographic repertories
Bibliography
Analytical description
Tacete, olà! tacete
Dolce sonno, batti l'ali
E qual animo molle
Sì, sì che pugnarò
Ah, cor empio e crudele
Ombre, larve, idee di morte
Oh, che orrori di Stige!
¿Ruiseñores, que cantáis
(con Eco), E pure non risponde
Silentio, oh sospiri, non più
Intanto qui m'assido
Cecca mia, no mme dare
Sventure, non sentite
Prope litus qualis unda
Via, su, pausa a' lamenti
Trilla pure, soave speranza
Così dicea Fileno
Poetical text transcription
Tacete, olà! tacete
Venti in aria sospesi, e al sonno mio
Sol concilii i fantasmi il suon del rio.
Dolce sonno, batti l'ali
E 'l riposo affretta a darmi,
Sol coll'ombra al sen disgombra
Quant'il cor può tormentarmi.
E qual animo molle
In otio vile i suoi letarghi chiama,
Or che guerriera fama
Sulla depressa Luna il vanto estolle?
Ah no, sfrondo dal crine
L'edera sonnacchiosa
E con eroici ardori
La chioma intreccio al tremolar d'allori.
Sì, sì che pugnarò,
Su, su, all'armi, su, su, al campo!
Al fragor di ferreo turbine,
Col tuonar di spade e fulmini,
Non ho cor che ceda al lampo.
Ah, cor empio e crudele,
Da qual lupa bevesti
Più che Romolo il latte?
E potrai guerreggiar s'Amor ti vinse?
E se più non sei tuo, altro non vanti
Ch'alle esequie del cor formar i pianti.
Ombre, larve, idee di morte,
Siate meco a lagrimar;
Sono spettro del contento,
Son figura di spavento
Perché volsi un giorno amar.
Oh, che orrori di Stige!
Mutiam registro e qui dove se 'n fugge,
Fatto specchio del sole i[n] mar al Tago,
E dove parla il vento in bocca a' fiori,
Con dolce accento ibero
Parli, vassalla musa, il mio pensiero.
¿Ruiseñores, que cantáis
Entre [h]ojas y entre flores,
Por qué dulzes [i.e. dulces] no lloráis
Si oístes mis dolores?
E pure non risponde,
Voce pietosa, all'alma che vien meno.
(Eco:) No!
E senz'alcun'aita, disperato,
Sperar [i.e. spirar] dovrò così.
(Eco:) Sì!
Sì che morrò, ma pria vorrei sapere
Se lo permette Amore.
(Eco:) Amore!
Barbaro Amor, e chi sei tu che accresci
Il mio penar entro solingo speco?
(Eco:) Eco!
Taci, insensato, e senti
Ch'io non parlo al parlar de' tronchi accenti.
Silentio, oh sospiri, non più;
Silentio, non più, ch'è fierezza.
Antri opachi, mute valli,
Se saper di me volete,
Deh, l' chiedete a' due rai ch'ha la bellezza.
Intanto qui m'assido
E, sotto l'ombra opaca
Di quest'olmo frondoso,
Così chiamo i sospiri ad un riposo.
Cecca mia, no mme dare,
Ca mmo crepo cchiù desguste.
Tu mme pare fosteciello,
Doce cchiù de sosamiello,
Taratufolo verace,
'Na 'nzalata de spenace,
Cannolicchio de la voglia,
Cchiù lleccarda de no nnoglia,
Ssì copeta de li guste.
Sventure, non sentite,
Sorti, non compatite?
Dunque cangio favella e al mio destino,
Oratore roman, parlo latino.
Prope litus qualis unda
Spondet aequora dolori;
Turbo ruit, qui sibilantem
Austrum vocat et amantem
Procellatum dat Amori.
Via, su, pausa a' lamenti
E sulle falze [i.e. false] corde
Del cromatico core,
Con bemolli impensati,
Con diesis non sognati,
Muti chiav'il penare
Ch'in binario di gioia vo' sol cantare.
Trilla pure, soave speranza,
Vieni a darmi contenti nel cor.
Sulla tripla del diletto,
Il contralto dell'affetto,
Di delitie sia il tenor.
Così dicea Fileno,
E per sfogo ai martirii
Che teneva nel cor barbari e fieri,
Dato a' capricci suoi, tacque a' pensieri.
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shelfmark Mus.2056-J-1 .4
Record by Giovanni Tribuzio