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Redazione
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Watermark
Not recorded
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Analytical description
Si divida la pena, e viverò
Fillide hor prendi pure
Si divida la pena, e viverò
L’alimento del foco è starsi accolto
Un che sempre sen va
È quasi libertà
Seguendo fugace
Che delle stelle fisse il mesto lume
Ma gl’erranti Pianeti
Poetical text transcription
Si divida la pena, e viverò
Quanto piansi per Filli
Tanto per Amarilli io pianger vò.
Non è possibile
Ch’indivisibile
Nel suo dolore
La duri un core
Più d’un Amore
Sanar lo può
Si divida la pena, e viverò.
Fillide hor prendi pure
L’arbitrio di quest’alma
E tu non meno
Arbitra nel mio seno
Amarilli gradita
Entr’in possesso ancor della mia vita
Sì donandomi a due, mio resterò.
Si divida la pena, e viverò.
S’alimento del foco è starsi accolto
Tra i margini d’un volto
Ma quando si dilata
In variati oggetti
Ardor ch’in un sol cenno
Avvampi e frema all’or
Se non s’estingue
Almen si scema.
Un che sempre sen va
Di prigion in prigion
Prigion non è.
È quasi libertà
Muover ogn’hora
In varij lacci al piè
Che con incerte voglie
Mentre qui s’incatena ivi si scioglie
E con dubiosa cura
Quando cerca un tesor l’altro non cura.
Seguendo fugace
Fuggendo seguace
Il ben’ch’adorò.
Si divida la pena, e viverò.
Che delle stelle fisse il mesto lume
Starsi eterno tra l’ombre ha per costume.
Ma gl’erranti Pianeti
Tramontati che son risorgon lieti,
E in fortunate tempre.
Tra le nott’ e tra’l dì ridono sempre.
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Shelfmark
shelfmark 33.2.4.11
Record by Maria Tenace