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Analytical description
Già per lunga stagione
Deh narrate onde tranquille
Liquefatti cristalli
Dolci stille scendetemi in petto
Ma, o Dio, se mai rubelle
Sperar vogl'io sì, sì,
Così dalla speranza
Poetical text transcription
Già per lunga stagione
lontano alla beltà che l’innamora
Lidio girato avea il piede errante
quando la sorte amica
l’ha richiamato ove il suo ben dimora.
Su la riva del fiume
che al nido della bella i campi bagna
pria d’inoltrasi a riposar sen giacque
così cantando al mormorio dell’acque:
"Deh narrate onde tranquille
se costanza a questo core
serba ancor l’amato ben
o se pur d’altre faville
l’incostanza del suo amore
li portò la fiamma in sen.
Liquefatti cristalli
in cui più volte l’idolatrato ogietto
della propria beltà già si compiacque
e nel cui fresco umor de’ labri ardenti
l’assetato rubin sovente immerse,
lasciate che a smorzar del sen le faci
il vostro gelo avidamente io baci.
Dolci stille scendetemi in petto
per dar pace all’afflitto mio cor.
/ a questo cor.
Ma più vago germogli l’affetto
mentre voi mi temprate l’ardor.
Ma, o Dio, se mai rubelle
trovassi alla mia fé l’idolo mio,
ah che fugace allora involerei
da queste rive il passo
e questo core il duolo
che gli avanza a struggier
tornerebbe, in lontananza.
Ma se d’ingrato oblio
non va spersa la fede
che promette in amor patto sincero,
creder pur anche io voglio
che nel mar delli affetti
abbia la vaga mia il sen di scoglio.
Sperar vogl’io sì, sì,
trovar chi m’invaghì
sempre costante,
perché mai traditor
esser non può quel cor
ch’è vero amante".
Così dalla speranza
affidato, risorse
e ver la bella amata
su l’ali del desir rapido corse.
Country
Language
Shelfmark
collection Mayr
shelfmark Fald. 227/84b.8
Record by Stefano Aresi