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Poetical text transcription
Sei pur bella, sei pur cara
Sei pur dolce oh libertà.
Sol per te gioir mi sento
E a ferirmi alcun tormento
Tua mercé giunger non sa.
Sei pur bella, sei pur cara, sei pur dolce oh libertà.
In questi opachi boschi
Da cui lunge si stan doppiezza e frode
Son di picciola greggia
Attento condottier, fido custode;
E in guisa tal m’appago
Del grato cibo e del gentil soggiorno
Che mi porge l’armento, e apprestan l’erbe
Che alle vostre grandezze
Nulla invidia il mio cuor città superbe.
Anzi da voi lontano
I dì più che felici
Traggo, né alcun desio l’alma m’ingombra
D’un prato in seno, o d’un bel faggio all’ombra.
Un vago usignol che piange
Sovente di gioia il petto
Mi colma col suo dolor,
E recami ugual diletto
Un rio che ne sassi frange
Suo chiaro fugace umor.
Così del dì trascorse
L’ore in cui più di luce è acceso il polo
Il mio lanuto stuolo
Che su l’aurora a pascolar guidai
Rendo all’ovile usato
Tosto che estingue in mar Febo i suoi rai.
E finché il nuovo giorno
Non rischiara del ciel la faccia ombrosa
Dolcemente si posa
Da fantasmi di pena e di periglio
Non interrotto sonno entro al mio ciglio.
Ogn’altro sollazzo
Aborro, detesto
E parmi sol questo
Il vero goder.
D’altieri
Pensieri
M’assordo all’incanto
E rido di quanto
Da menti deluse
Si stima piacer.
Poiché ben so che tutto quel che alletta
Fuor di questa negletta
Vita, per me sì gioconda e sì serena
Può diletto sembrar ma è sempre pena.
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Record by Giulia Giovani e Ivano Bettin