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Poetical text transcription
Meco irato il vostro aspetto
Scorgo sempre inique stelle;
Né il mirarmi in duolo, e in guai
Fa che mai
In voi manchi il fier diletto
Di mostrarvi a me rubelle.
Meco irato il vostro aspetto...
Ditemi in che v’offese
Quest’anima infelice
Che sì barbari influssi in lei piovete?
Ond’è, che mentre io peno
Nuove pene al cuor mio porger godete?
Anzi è vostro bel vanto
Allor ch’io sono in mille strazi involto
Che s’inventi ver me strazio maggiore
Dall’ingegno crudel del mio dolore.
Pensai che la sorte
D’un misero al pianto
Cangiasse tenor;
E lasso credei
Che i mesti sospiri
D’un languido seno
Temprassero alquanto
Suo cieco furor.
Ma quanto oh quanto errai!
Della sua crudeltade
Più duro il sasso a pianti miei si rende;
E del suo sdegno il fuoco
Al mio gran sospirar vieppiù s’accende.
Ah pur troppo m’avveggio
Che in van mi lagno; e deggio
Perché adempito resti
Ciò che a me decretaro
D’ostinato destin l’acerbe tempre
Non sperar mai ristoro, e pianger sempre.
Un sventurato
In odio al fato
Attenda pure
Che viva eterno
Il suo martir.
Né che dar fine
Di sue sciagure
Al crudo inferno
Altro mai possa
Fuor che il morir.
Un sventurato...
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shelfmark 2474.57
Record by Giulia Giovani e Ivano Bettin