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Poetical text transcription
Sopra volante abete
Il mar solcava un dì la bella Clori,
E fra l’acque tendea frodi secrete
Ai muti abitator dei salsi umori,
Con lei si stava in su la prora assiso
Dorillo il giovinetto
Che per la sua beltade
Nemica di pietade
Vane querele ognor spargea dal petto.
Di più sereni lampi
Al folgorar di quel celeste sguardo
Arricchiti splendean gl’eterei campi;
E mentre al sol della beltà più rara
Inchinarsi parean l’onde spumose
Correano i pesci a gara
A imprigionarsi entro l’insidie ascose
Stimando amica sorte
Da sì bella omicida aver la morte.
Intanto il mesto amante
A cui predato il core
Con le reti del crin la cruda avea
In languido sembiante
Nunzio d’occulto ardore
Noto all’empia il suo duolo invan facea;
Anzi quell’alma ingrata
A cui gioia porgean gl’altrui martiri
Del misero ai sospiri
Era vie più del mar sorda, e spietata.
Ond’ei nel sen trafitto
Più celar non potendo
Sotto mortal silenzio il suo languire
Rivolto il ciglio afflitto
Di Teti alle voragini profonde
Così narrò l’aspra sua pena all’onde.
«Tra scogli d’inganno
Nocchiero dolente
In mar di cordoglio
Ho naufrago il cor
Tempeste d’affanno
All’alma languente
Prepara l’orgoglio
Di perfido amor
Non mi fia grave il rimanervi assorto
Ah ch’il naufragio a un infelice è porto.
In tante procelle
Il flutto che freme
Con turbine avverso
S’infuria ver me
Perdute le stelle
Mancata la speme
Son quasi sommerso
Né chieggio mercé.
M’anneghi il mar, mi neghi il cielo aita.
Ah che la morte a un’infelice è vita».
Al suon di questi accenti
Ch’avrian d’un angue impietosito il core
Vibrò dal torvo ciglio
La crudel pescatrice ira e furore
Indi spinse alla riva
La barchetta leggiera
Da cui togliendo impetuosa il piede
Verso i paterni tetti
Lieta fuggì con l’acquistate prede
E spietata lasciò Dorillo intanto
Misero Palinuro in mar di pianto.
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shelfmark 2474.55
Record by Giulia Giovani e Ivano Bettin