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Poetical text transcription
Indarno il caro amante
Nella torre prefissa atteso avea
Onde mesta e tremante
Di sinistri accidenti Ero temea
E già l’alba dal Gange uscita appena
Non ben l’ombra nemica avea fugata
Quando la sventurata
Su la deserta arena
Vidde (ahi vista funebre!) il suo fedele
Giacer freddo et esangue
Miserabil trofeo del mar crudele.
A spettacol sì fiero
Semiviva cadendo in grembo al suolo
Pria tacque immota; indi alla pena al duolo
Diede sovra di sé libero impero
E con impeto stolto
Si sciolse e lacerò le chiome e il volto.
Al fine egra fissando
Nell’estinto amator gl’occhi dolenti
Sciolse il freno alla doglia in questi accenti.
«Infelice e vivo e spiro?
E ad uccider questo core
Così tardo è il mio dolore
Così pigro è il martiro?
Infelice e vivo e spiro?
Crudi Numi avverse stelle
Che da me chiedete più?
Già di nembi e di procelle
Il mio ben ludibrio fu;
Et io lassa in pene estreme
Colpa tua Fato inumano
Dal furor di flutto insano
La mia speme estinta miro
Infelice e vivo e spiro?
No, no del mio cordoglio
Abbia d’Atropo il ferro omai la palma
Il mio Leandro io voglio
Se non posso col piè seguir con l’alma.
Onda che riportasti il mio tesoro
Avanzo de’ tuoi sdegni in questi lidi
Un avanzo del duol benigna uccidi.
Ed o mia dolce o mia felice sorte
Se chi tolse spietata a lui la vita
Oggi dona pietosa a me la morte».
Ciò detto appena avea
Che da fiero martir trafitta il seno
Nei procellosi umori
Precipitò se stessa e i suoi dolori.
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shelfmark 2474.47
Record by Giulia Giovani e Ivano Bettin