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Redazione
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Watermark
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Poetical text transcription
«Chi di voi del mio pianto
Santi numi del ciel le voci intende?
Di voi deh chi difende
Da macchie abominate il mio candore?
Mentre ahi pena! Ahi dolore!
Pien d’un sozzo ardimento
Chi il tutto illustra ad oscurarlo è intento.
Con passo fugace
Ben tento sottrarmi
All’impeto audace
D’un cieco furor;
Ma, lassa, già cede
Lo stanco mio piede;
Che manchi già parmi
Mio debil vigor.
Aita, oh numi aita.
Almen se in mio soccorso altro non vale
Tronchi da voi vibrato acceso strale
O il corso a chi mi segue, o a me la vita.
E tu di cui le sponde
Con frettolose piante
Premo afflitta e anelante
Padre, ahimè, non soffrire
Che mia pura onestade
Sia vil trofeo d’un impudico ardire,
Ma fa noto accorrendo a preghi miei,
Che io son tua prole, e che tu nume sei».
In tal guisa spiegando sue pene
Movea Dafne la voce ed il piè
Quando a un punto su l’umide arene
Del Peneo duro tronco si fe’.
Ma Febo il vago aspetto
Invan seguito anche in quel tronco amando
Alle fronde che il cinge il pregio dona
D’esser d’eroi corona,
E vuol che se sprezzò d’Amore il telo
Anche i dardi ad ognor sprezzi del cielo.
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shelfmark 2474.33
Record by Giulia Giovani e Ivano Bettin