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Poetical text transcription
Della città latina
Da cui spinto sen gìa Marzio in esiglio,
Con l’adunate schiere
Fattosi a fronte, e a lei volgendo il ciglio,
In queste voci altere,
Che un fier desio dal petto suo traea
Dell’irritato cuor l’ira esprimea:
«Eccomi oh mura ingrate
Qual mi voglion con voi gli affronti miei.
Voi superbe per me d’alti trofei
E di me stesso ancora a me più care
Carco d’onde, e di scorno
Di vilmente scacciarmi ambiste il vanto
Onde (onor sì mi detta) oggi ritorno
A voi con l’odio, onde partii col pianto.
Da’ sensi primieri
Oh quanto discordi
Son quei, che nudrisce
L’offeso mio cuor.
Gli antichi pensieri
Già resse l’affetto
Or tutti gli guida
Un giusto ristor.
Belle stelle oltre al confine
La mia man chiare vi fe’
A calcar vostre ruine
Solo aspira oggi il mio piè.
Sì sì patria sleale
Già che a me decretasti esilio, e duolo,
Pari al tuo crudo oprar mercede aspetta.
Di te strage mortale
Far pur ora disegno, e in questo suolo
Scriver col sangue tuo la mia vendetta.
Se tu pietà sbandisti,
Sbandisco anch’io pietà;
E a lei chiudendo il seno
L’apro al velen d’Aletto
Che all’alma accesa inspira
Fierezza, e crudeltà;
Se tu pietà sbandisti,
Sbandisco anch’io pietà».
Con sì rabbiosi accenti
Coriolano fremendo
L’armi già disponendo
Per portare alla patria estreme offese
E in sé rendea palese
Che dentro a un cuore anche il più fido, e saggio
Sparge oblio di gran merti un grande oltraggio.
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Record by Giulia Giovani e Ivano Bettin