Scheda n. 1879

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1656-1750

Titolo

Vorrei dirvene una bella

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Tricarico, Giuseppe (1623-1697)
autore del testo per musica: Bartoli, dottor

Pubblicazione

[S.l. : copia, 1656-1750]

Descrizione fisica

C. 29r-40r

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (refrain, si♭ maggiore, c)
Vorrei dirvene una bella
2.1: (recitativo-arioso, si♭ maggiore, c-6/4-c)
Questi amanti moderni
3.1: (refrain, si♭ maggiore, c)
Vorrei dirvene una bella
4.1: (aria, fa maggiore, c)
Un amante vi sarà
5.1: (refrain, si♭ maggiore, c)
Vorrei dirvene una bella
6.1: Presto(aria, fa maggiore, 3/4 - c)
Che dirò poi dei dottori
7.1: (refrain, si♭ maggiore, c)
Vorrei dirvene una bella
8.1: (recitativo-arioso, fa maggiore, c)
Se un medico vi dice
9.1: (refrain, si♭ maggiore, c)
Vorrei dirvene una bella
10.1: (aria, fa maggiore, c)
All’aspetto par che sia
11.1: (refrain, si♭ maggiore, c)
Vorrei dirvene una bella
12.1: (arietta, do maggiore, c)
Un soldato foribondo
13.1: Adagio(arioso, mi minore, c)
Che bramate signora
14.1: (arietta, do maggiore, c)
Poter de la sorte
15.1: Adagio(recitativo-arioso, fa maggiore, c)
Ma stolta è chi si fida
16.1: (refrain, si♭ maggiore, c)
Vorrei dirvene una bella
17.1: (aria, do maggiore, 3/2 - c)
L'artigiano non mi garba
18.1: Allegro(aria, re maggiore, 3/2 - c)
V’è qualche zerbino
19.1: (refrain, si♭ maggiore, c)
Vorrei dirvene una bella
20.1: (aria, sol maggiore, 12/8-c)
Fuggite sprezzate
21.1: (aria, fa maggiore, c)
Giovinette imparate
22.1: (refrain, si♭ maggiore, c)
Vorrei dirvene una bella
22.1: (aria, si♭ maggiore, c)
Vorrei dirvene una bella

Trascrizione del testo poetico

Vorrei dirvene una bella
Ma non so se piacerà
Ch’oggi dì la Verità
Par che a tutti sia rubella.

Questi amanti moderni
Han troppo del bizzarro
Qual’hor gioir gli sento
O pur odo talvolta
Un mendicato pianto
O quanto rido o quanto.

Son d’umore così instabili
Sempre variabili
Ch’hanno per dirla qui senza rispetto
La luna in testa e non Amor nel petto
Ma perché non vi sembri o Giovinette
Un Huom bugiardo che vi dia canzoni
Udite in Cortesia le mie ragioni.

Un amante vi sarà
Che superbo e tutto altero
Perché è nato cavaliero
Vuol in preda ogni beltà
Ma non sa che non giova
Far del signor e invan si spende e spande
Fu sempre Amor bambin mai fè del grande.

Che dirò poi dei dottori
Che per forza d’argomenti
Ce la tirano coi denti
Per confonder mille cori?
Quando parlan d’amore
Bisogna aver pazienza
E ’l detto lor stimar come sentenza
E pur di questa gente
Ogni pensier ad ogni detto mente.

Se un medico vi dice
Che voi siete il suo ben’
Di tal menzogna non fate capitale
Perché non cura il ben chi cerca il male.

All’aspetto par che sia
Fido Amante il Cortegiano
Egli ogn’hor dà buon’ in mano
Usa doppia Cortesia
Ma per dirla in Verità
Io non m’intricarei con simil gente
Che amar non può né sa
Perché chi serve in corte a tutte l’ore
È servo di fortuna e non d’Amore.

Un soldato foribondo
Che ha parole in quantità
Per parer un spezza mondo
Così giusto vi dirà.

Che bramate signora
Qual tormento vi affanna?
Nulla celate almeno a chi v’adora
Poter de la sorte
Parlatemi schietto
Al sangue al cospetto
Non temo la morte
Sarà questo mio ferro
Un fulmine di guerra
Regna Marte nel Ciel, Io nella terra.

Poter de la sorte
Parlatemi schietto
Al sangue al cospetto
Non temo la morte
Non temete contrasti:
Bella son qui per voi tanto vi basti.

Ma stolta è chi si fida
Se di menar le mani
L’astringe un dì per voi necessità
Fugge dall’inimico e all’oste va.

L’Artigiano non mi garba
Perché ha troppo fumo in testa
Bizzarria vuol nella barba
Va superbo in dì di festa
E pur si sa che porta
Per ultimo partito
Tutto il suo capital in un vestito.

V’è qualche zerbino
Che veste attillato
Passeggia garbato
E fa del muschino
Ma non ve ne fidate
Con qual si sia beltà facile casca
E come Augel salta di palo in frasca.

Fuggite sprezzate
Poeti e Cantori
Nemici a gl’Amori
Non curan beltate
Non ve ne assicurate
Perché tra versi e suoni
Inventa l’uno e l’altro dà canzoni.

Giovinette imparate
Di scoprir le menzogne
De’ moderni Amatori
Mai sazia non saria questa mia lingua
E pur tacerle io voglio
Per non parer maledica favella.

Vorrei dirvene una bella
Ma non so se piacerà
Ch’oggi dì la Verità
Par che a tutti sia rubella.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Tn - Torino - Biblioteca Nazionale Universitaria, sezione musicale
fondo Giordano
collocazione Giordano 18.5

Scheda a cura di Giacomo Sances
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