Scheda n. 143

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica a stampa

Data

Data certa, 1687

Titolo

La Rosa di Clori / [Pirro Albergati]

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Albergati Capacelli, Pirro (1663-1735; conte)

Pubblicazione

Bologna : Giacomo Monti, 1687

Descrizione fisica

P. 75-86

Filigrana

Non rilevata

Note

Il tit. si ricava dall’intitolazione a p. 75; il nome dell’A. si ricava dal front. dell’intera edizione; alcune sezioni della cantata sono contraddistinte dalle denominazioni Aria e Recitativo; l’aria Lagrime care e belle è composta di tre parti (4.1; 4.2; 4.3: da capo); iniziale xilogr. decorata

Titolo uniforme

Pompa delitia e cura. Cantata, La Rosa di Clori

Organico

Canto e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
C, Pompa, delitia e cura
2.1: (aria, do minore, 3/2)
C, Le sue porpore vezzose
3.1: (recitativo, c)
C, Rosa così felice e fortunata
4.1: Grave(aria, mi♭ maggiore, 3/4)
C, Lagrime care e belle
4.2: (aria, do minore, c)
C, S'io vi credessi, o quanto
4.3: Grave(refrain, mi♭ maggiore, 3/4)
C, Lagrime care e belle
5.1: (recitativo, c)
C, E pur dovresti o Clori

Trascrizione del testo poetico

Pompa delizia e cura
De la mia bella Clori
Su marmoreo balcon rosa sorgea
Superbetta parea
Voler primiera a le rugiade eterne
Porger le labbra e comparir col giorno;
Spina alcuna d’intorno
Non portava il suo stelo
Per non farsi nociva o feritrice
A la candida man ch’era cultrice.

Le sue porpore vezzose
Bella guancia le donò
Non son orme sanguinose
Di quel piè che spine ascose
Troppo incauto calpestò.
Le sue porpore vezzose
Bella guancia le donò.

Rosa così felice e fortunata
Come di Clori imagine odorosa
Era da mille amanti
Anch’essa vagheggiata
Quand’ecco in un momento
Tuona il ciel, freme il vento
E grandine improvisa
Coglie la rosa ed è la rosa uccisa.
All’ire a l’onte, ai danni
De l’orrida procella
Corse ma invan la bella
Mirò la stragge e pianse
Sovra il vedovo stelo
E pianger fè di pentimento il cielo.

Lagrime care e belle.

S’io vi credessi o quanto
Adorerei quel pianto
Che trasse da bei rai forza di stelle.

Lagrime care e belle.

E pur dovresti o Clori
Prender dal tuo bel fior che a morte langue
Esempio a la virtù, specchio al desio
Spoglia il fasto natio
O beltà troppo vana e troppo altera;
La grandine del tempo anco è più fiera.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rli - Roma - Biblioteca dell'Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana
collocazione Musica A2.7

Scheda a cura di Giulia Giovani
Ultima modifica: