Scheda n. 11833

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1640-1670

Titolo

Chi batte il mio core

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Rossi, Luigi (1597-1653)
autore del testo per musica: Melosio, Francesco (1609-1670)

Fa parte di

Libro d'ariette (n. 11826/7)

Pubblicazione

[S.l.: copia, 1640-1670]

Descrizione fisica

C. 29r-36v

Filigrana

Non rilevata

Note

Titolo dall'incipit testuale. Per il nome dell'autore del testo poetico e del compositore v. Rep. bibliografici.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (arioso, do maggiore, 6/8)
S, Chi batte il mio core
%C-1@6/8 8--''ECCC/CC-6E8CCC/
2.1: (recitativo-arioso, C)
S, Maledetta fortuna
3.1: (arioso, 6/8)
S, Correte pensieri
4.1: (recitativo-arioso, C)
S, Ditegli che seguace
4.2: (aria cavata, 3)
S, Che ben deve tornar m'al ciel sa quando
5.1: (recitativo-arioso, C)
S, Ma con maggior prestezza
6.1: (recitativo-arioso, C)
S, Occhi mesti e piangenti
7.1: (arioso, [C])
S, So ben io che fuggirà
8.1: (recitativo-arioso, [C])
S, Sì mal cauto consiglio
9.1: (arioso, [C])
S, Al celeste armato nume
10.1: (refrain, 3)
S, Non tornar alma mia ch’Amor t’aspetta
11.1: (arioso, C)
S, Dietro a speme
12.1: (refrain, 3)
S, Non tornar alma mia ch’Amor t’aspetta
13.1: (arioso, C)
S, Ma s’al cor non torni più
14.1: (recitativo-arioso, [C])
S, In sì grave periglio
14.2: (aria cavata, )
S, Se torna è male e se non torna è peggio

Trascrizione del testo poetico

Chi batte il mio core
Chi batte chi è?
L’occhiuto sospetto
Ch’in guardia vi sta
Mi dice à l’aspetto
Mi par la beltà.

Maledetta fortuna
E che vuole da me quest’importuna?

Correte pensieri
Con rapido piè
Ciascuno gli dica
Ciascuno gl’avveri
Che l’alma non c’è.

Ditegli che seguace
D’una speme fallace
E’ già lunga stagion che va girando
Che ben deve tornar m'al ciel sa quando.

Ma con maggior prestezza
La fastosa bellezza
Replica i colpi e menzogner m’appella.
Oh questa si ch’è bella.
Dunque entrar nel mio cor contra mia voglia
Temeraria si crede
E già fermato in su la soglia il piede
Pensa di pormi un ostinato assedio
E che si ch’io ci rimedio.

Occhi mesti e piangenti
Cari specchi dell’alma
E fenestre del core
Apritevi sul lagrimoso humore
Addosso all’empia grandinate in giù.

So ben io che fuggirà
Ogni picciolo disprezzo
Fa sparire la beltà.

Sì mal cauto consiglio
Ohimè qual furia al mio pensier dettò?
Occhi v’apriste a pena
Che la bellezza entrò superba e fiera
E per mio duol maggiore
Entrò con essa Amore.

Al celeste armato nume
Il mio cor che d’alma è privo
Semivivo
Far contrasto invan presume.
Ogni cura più gradita
Lì dal sen già mi discaccia
E minaccia
Se mai l’alma tornerà
Che farà del suo scherno aspra vendetta.
Non tornar alma mia ch’Amor t’aspetta.

Dietro a speme lusinghiera
Girvagando senza prò
E gran male ma però
Peggio fia se prigioniera
Dentro un cor sarai ristretta.
Non tornar alma mia ch’Amor t’aspetta.

Ma s’al cor non torni più
Come vivere poss’io?
E s’al cor non torni oh dio
Come viver potrai tu?

In sì grave periglio
Di bellezza e d’amore
Chi per pietà mi porgerà consiglio?
Io tremante e confuso
Più scampo alcun per l’alma mia non veggio.
Se torna è male e se non torna è peggio.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rc - Roma - Biblioteca Casanatense
fondo Baini
collocazione Ms. 2482.7

Scheda a cura di Giacomo Sciommeri
Ultima modifica: