Scheda n. 8624

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Testo a stampa

Data

Data certa, 1717

Titolo

Libro V. II / Paolo Antonio Rolli

Presentazione

Legami a persone

autore del testo per musica: Rolli, Paolo Antonio (1687-1775)

Pubblicazione

Londra : per Giovanni Pickard, 1717

Descrizione fisica

P. 121-127

Filigrana

Non rilevata

Note

Il tit. si ricava dall’intitolazione a p. 121; il nome dell’A. si ricava dal front. dell’intera edizione. Fa parte delle Canzonette. Libro V.

Titolo uniforme

Tornasti o primavera. Forma non specificata

Trascrizione del testo poetico

II
Tornasti o primavera
E l’erbe verdi e i fiori
E i giovanili amori
Tornarono con te:
E il mio felice Stato
Teco una volta nato,
Co’l dolce tuo rinascere
Tornò più dolce a me.
Sulla nativa spina
Aspetta già la rosa,
Che l’alba ruggiadosa
Le bagni il molle sen:
Son nati i bei giacinti
Gli anemoli dipinti,
Le mammole i ranuncoli
Gratissimi al mio ben.
Già pria d’ogni altro frutto
Veggio sulla collina
La verde mandolina
Sollecita a fiorir:
E la cerasa anch’ella
Che fiorì dopo quella,
Già la sua scorza pallida
Comincia a colorir.
Con queste prime frutta
Con questi primi fiori
Cortese e bella Dori
E’ nato il nostro amor:
Ma non è già qual fiore
Che appena nato muore,
Né il sol che lo fè sorgere,
Fa perdergli il vigor.
E’folle pur quell’alma
Che appena s’innamora;
Va quasi allora allora
Incontro a novo amor:
Crede nell’altro oggetto
Trovar maggior diletto;
Poi quando più non giovale,
S’accorge dell’error.
Partirono col verno
La pioggia e il freddo vento,
E placidetto e lento
Zeffiro ritornò,
Il suolo rigermoglia,
E l’erba il fior la foglia
Al colle al prato all’albero
Il sole riportò.
Quel molle praticello
In grembo a cui declina
Dal piede della collina
Del rivo il fresco umor;
Par che a posar ne invite
Sull’erbe sue fiorite
Dipinte a mille varii
Amabili color.
A riva del confine
Del pallido terreno
Perché recise in seno
Le stoppie gli restar;
Bello è il mirar nei solchi
Speranza dei bifolchi,
Della maese giovine
Le foglie verdeggiar.
I campi riposati
Già il curvo aratro fende,
E il vomere risplende
Sopra il lavor che fa:
Sì le gramigne ingrate
Ucciderà l’estate,
E in sua stagion, più prodiga
La messe crescerà.
Dal trapassato mare
Appena si riposa
La quaglia numerosa;
Che accendesi d’amor:
Fiutando il can da lunge,
La siegue la raggiunge,
E con la zampa in aria
Fa cenno al cacciator.
Ascolta l’usignolo
All’ombra delle fronde
Con l’altro risponde
Un bel concento far,
E la prontissim’eco
Nascosta in quello speco
Delle lor note flebili
L’estremo replicar.
Vien meco o bella Dori,
Ché vuò dei fiori novelli
Ai vaghi tuoi capelli
Una ghirlanda far,
E le due canzonette
Che son le tue dilette,
Del Rivo sopra il margine
Ti voglio poi cantar.
Tu poscia a me volgendo
Amorosetti i rai;
Quell’aria canterai
Sì grata al nostro cor:
Quella che all’alme amanti
Rammenta i primi istanti:
Gli istanti del principio
del nostro dolce amor.
S’avvolgan gli altri pure
In porpora ed in oro,
O veglin sil tesoro
Che gli avi suoi lasciar;
Serbimi te sol una
L’amica mia fortuna;
E ogni altra cura portino
I venti in alto mar.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

A-Wn - Wien - Österreichische Nationalbibliothek
collocazione 74.R.34.36

Scheda a cura di Bianca Marracino
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