Record num. 269

Bibliographic level

Constituent unit

Type of record

Handwritten text for music

Date

Single known date, 1718

Title

Cantata 27

Music format

Not applicable

Linked names

poet: Stampiglia, Silvio (1664-1725)

Publication

Roma : copia, 1718

Physical description

P. 38-39

Watermark

Not recorded

Notes

Lamento del generale bizantino Belisario che, secondo una leggenda medievale, fu fatto accecare da Giustiniano

Uniform title

Bibliography

Poetical text transcription

Belisario infelice
Scherzo del fato e dell’invidia altrui
Io che temuto fui
Ne lidi più remoti:
io che all’ira de Goti
sottrassi tutto ardir l’itala sede
timido aggiro ovunque passo il piede.
Io, che posi in catene
Su l’affricane arene
Il vandalo regnante
Cinte di cieco orror porto le piante.
Ed, oh d’ingiusta sorte
Rigidezza inclemente!
Mi vide l’Oriente
Vincer perse falangi in faccia al sole,
Ed or l’alma si duole
Che non può rimirando i raggi sui
D’un tal trionfo insuperbir con lui.

Non mi spiace fierissimi numi
Che privo di lumi
Ogni passo mi serva d’inciampo.
Sol m’affligga di più non vedere
Terror delle schiere
A incoronar di palme
Del mio brando risplendere il lampo.

Contro l’armi nemiche
Queste di bel sudor sparse mie chiome
Esercito bastante era il mio nome.
Ed or ne men più voglio
A far di me col mio valor difesa,
che scorger non poss’io
donde nel petto mio
possa venir per riparar l’offesa.
Trionfi il mio tiranno
Di sì barbara ingiuria
Che contento son io che perder tocchi
I lumi a lui di gloria, a me degl’occhi.

Son cieco ma veggio
Che serto d’allori
Di chiari splendori
Cincendo [sic] mi va.
Lagnarmi non deggio
Che questo è un oltraggio
Che serve di raggio
Che luce mi dà.

Country

Italy

Language

Italian

Shelfmark

I-Fl - Firenze - Biblioteca Medicea Laurenziana
collection Ashburnham
shelfmark Ms 729.27

Record by Teresa M. Gialdroni
Last modified: