Record num. 1782

Bibliographic level

Constituent unit

Type of record

Printed music

Date

Single known date, 1677

Title

Le querele di Venere su l’estinto Adone / poesia del Sig. Co. Gio. Battista Roscelli; [Giovanni Maria Bononcini]

Music format

Full score

Linked names

Publication

Bologna : Giacomo Monti, 1677

Physical description

P. 120-133

Watermark

Not recorded

Uniform title

In traccia del suo bene. Cantata, Le querele di Venere su l'estinto Adone

Scoring

Soprano e continuo

Bibliographic repertories

Bibliography

Analytical description

1.1: (recitativo, c)
In traccia del suo bene
2.1: Largo(arioso, sol minore, c)
Sfogò dell'alma i disperati affetti
3.1: Affettuoso(aria, do minore, c)
Meste luci, occhi dolenti
4.1: (recitativo, c)
Lacerato Amor mio
5.1: Mesto(aria, sol minore, c)
Caro Adone Idolo mio
6.1: Largo(arioso, fa maggiore, c)
Sì bell'Astro rapir oggi la Terra
7.1: Tardo(aria, do minore, 3/8)
Preparati o core
8.1: (recitativo, c)
Volea più dir ma svenne
9.1: Largo(arioso, do minore, c)
Prigioniera la vita in braccio a morte

Poetical text transcription

In traccia del suo bene
Con sollecito piè la Dea più bella
Scorea le Ciprie arene
E ‘l sospirato Adone
Ch’anche lungi dagl’occhi il cor gl’ardea
All’aure ai fonti ai sassi al Ciel chiedea.
Quando vide fra l’erbe
Asperse ancor di sanguinose stille
Il suo bel sole estinto
Versar dal petto esangue
Su i smeraldi del suol rubin di sangue
A tal misero oggetto
Gelò, sudò, tremò l’accesa Dea
E qual restò all’aspetto
Del Gorgonio stupor Fineo di sasso
A vista sì funesta
Ella un sasso parea.
Sciolto al fine ai sospiri
Il doloroso fren su ‘l volto amato
Versando a rivi il pianto in questi detti
Sfogò dell’alma i disperati affetti.

Meste luci, occhi dolenti
Avezzatevi a lagrimar.
S’all’occaso il mio sole n’andò,
S’empia morte ogni ben m’involò,
Vuò mai sempre fra rigide tempre
L’altrui sorte il mio duol deplorar
Meste luci, occhi dolenti
Avezzatevi a lagrimar.

Lacerato Amor mio
Dhe perché non poss’io
Teco morir se la mia vita sei?
Perché rigido Fato hor mi condanni
Senza speme di morte a tanti affanni?

Caro Adone Idolo mio
Dimmi oh Dio chi ti svenò?
Qual barbaro acciaro
Di volto sì caro
Le rose vezzose
Rapì scolorò?

Come poté la morte
Senza i lampi temer del tuo bel viso
La sua falce arrotar in Paradiso?
Ah che invidiando il Cielo
Degl’occhi del mio ben i bei fulgori
Volle per farmi guerra
Sì bell’Astro rapir oggi alla Terra.

Preparati o core
Per sempre a languir
Novo Tizio sarai del dolore
Se il tuo Fato dispietato
Ti contende il bramato morir.
Preparati o core
Per sempre a languir.
S’estinto è il mio bene
Non bramo goder.
Fia mai sempre bersaglio
Alle pene questo core
Che d’Amore più sperare
Non puole un piacer
S’estinto è il mio bene
Non bramo goder.

Volea più dir ma svenne
Su l’estinto garzone l’afflitta Amante
Onde videsi alfine in strana sorte
Prigioniera la vita in braccio a morte.

Country

Italy

Language

Italian

Shelfmark

I-Bc - Bologna - Museo internazionale e Biblioteca della musica
shelfmark X.120.10

Record by Giulia Giovani
Last modified: