Scheda n. 7507

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1680-1690

Titolo

[T]u m’aspettasti al mare / [Antonio Cesti]

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Cesti, Antonio [Pietro] (1623-1669)
autore del testo per musica: Apolloni, Giovanni Filippo (ca. 1635-1688)

Fa parte di

Pubblicazione

[S.l. : copia, 1680-1690]

Descrizione fisica

P. 18-27 [olim c. 10v-15]

Filigrana

Quadrupede inscritto in un cerchio (Rilevata alle c. 10 e 15 )

Note

Copista A. Per l’attribuzione ad A. Cesti e a G. F. Apolloni cfr. Bibliografia. L’appellativo è ricavato da altra fonte.

Titolo uniforme

Tu m'aspettasti al mare. Cantata, Capriccio poetico

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Brumana 2007: P. 74
Brumana 2005: P. 177

Bibliografia

Brumana 2007: P. 59-60, 62-63, 66, 73-74, 79, 85
Brumana 2005: P. 163, 166-167, 170, 176-177, 181, 185
Burrows 1961: P. 21, 48, 62, 63, 150

Descrizione analitica

1.1: (recitativo-arioso, c)
[T]u m'aspettasti al mare
2.1: (aria, re minore, 3-c-3/2)
Conducetemi verso il porto
2.2: (aria, re minore, 3-c-3/2)
Sol bastavano per la mia guerra

Trascrizione del testo poetico

[T]u m’aspettasti al mare
Per tradirmi scherzando Amor tiranno,
E tra quest’onde amare
Vuoi che provi il mio petto
Con un finto diletto un vero affanno.
Se ‘n gìa libera e sciolta
Da’ tuoi lacci quest’alma,
Et in placida calma
Di lusinghieri affetti
Sosteneva l’assalto,
Ma il cor benché di smalto
Già rimiran trafitto
L’adriatiche sponde,
E farsi a poco a poco
Un Vesuvio di foco
In grembo a l’onde oh Dio, qual nuovo inganno,
Quai barbari costumi
Rendon confusi i vostri regni o Numi?
Ah che fato tiranno
Con impropri decreti
E con mia pena eterna
Su l’impero di Teti Amor governa.

Conducetemi verso il porto
O nocchieri del mar d’amore,
Che per farmi restare absorto
È naufragio bastante il mio dolore.
Forse temete,
Che a terra giunto
Calma ritrovi?
Ah che ai miseri amanti
Son procelle i sospiri, e golfo i pianti.

Sol bastavano per mia guerra
Tanti turbini senza calma.
E pur giungono ancor da terra
Le più dolci sirene a tormi l’alma.
Forse degg’io
Qual nuovo Ulisse
Chiuder l’udito?
Soffri mio cor piagato
Ché non si fugge Amor, se vien dal fato.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-PEu - Perugia - Università degli Studi di Perugia, Biblioteca "Fondo Antico Sala del Dottorato"
collocazione Cass. 23.2

Scheda a cura di Alice Sbrilli
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