Scheda n. 10800

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, tra il 1640 e il 1660

Titolo

Del Cesti [Ferma Lacchesi ohimè]

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Cesti, Antonio [Pietro] (1623-1669)

Fa parte di

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

C. 83-88v [olim 85-90v]

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Ferma Lacchesi ohimè
2.1: (aria, 3/2)
È la vita un gioco labile
3.1: (aria, c)
Vanto pur degl’anni il fiore
4.1: (aria, 3/2)
Scherzi amor trionfi Venere
5.1: (recitativo-arioso, c)
Mentre io così favello

Trascrizione del testo poetico

Ferma Lacchesi ohimè
Sospendi per brev’hora
La forbice fatale
Ferma il colpo mortale
E pur che la Beltà che m’innamora
Non giunga ai Stigij lidi
Dal fuso eterno ogn’altro fil recidi
Ferma deh ferma oh Dio
E se l’avide brame
D’humane spoglie hai di saziar desio
Taglia Parca crudel tronca il mio stame
Son forse ah crude sfere
Gl’Angioli della Terra
Sottoposti a cadere
A chi non sa fallire
Tocca dunque a morire
O del invido fato improvvise rapine
O del tempo spietato mostruose ruine
O degl’Astri tiranni
Precipitati influssi
E quai funesti affanni
Misero mi condussi?
Ma da pallido gelo
Scolorita et oppressa
Colei ch’il suon m’accende
Della vita nel fior la morte attende
Va pur alma innocente
Ben tosto anch’io ti seguo e ben m’avvegio
Che per placar la sorte
Non giova a un cor dolente
Pregar le Parche supplicar la morte.

È la vita un gioco labile
Cui nascendo ogn’homo apprende
Dalla sorte un punto stabile
Ma si vede e non s’intende.

Sol con flebili vicende
All’hor che del suo gioco altri è contento
Tira la morte ardita
Il resto della vita in un momento.

Vanto pur degl’anni il fiore
Mal cauta gioventù sempre si more.

Scherzi amor trionfi Venere
Al gioir il duol succede
Ciò che fu finisce in cenere
Ma si prova e non si crede
Se al gioir s’invesca il piede
Son le gioie dal mal sempre interrotte
Il mondo va così
Rosa che s’apre al dì langue alla notte.

Mentre io così favello
Da quei labri adorati
Spira l’anima mia l’ultimi fiati
S’eclissaro i bei lumi
S’impallidisce il volto
Fuggon gli spirti e l’alma gela il cor
S’apre il cielo in questa forma
Passa la bella donna e par che dorma.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 33.4.17 (A) [olim C.I.8A (A.54)].11

Scheda a cura di Cinzia Trabucco
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