Scheda n. 10791

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, tra il 1640 e il 1660

Titolo

Farina. [Per le deserte Arene d’impenetrabil lido]

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Farina, Antonio (sec. 17.)

Fa parte di

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

C. 16- 21 [olim 17-22]

Filigrana

Non rilevata

Note

Friggi inserisce questa cantata fra quelle di autore incerto, riferendosi all’altra fonte presente in questo stesso manoscritto (cfr. scheda n.. 10795). In questa fonte invece il nome "Farina" è presente e sembra una attribuzione originale non inserita da mano posteriore.

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo e aria, c3/2)
Per le deserte Arene
2.1: Adagio(aria, c)
Ridete piangendo
3.1: (recitativo, c)
Ma sete in lagrimar troppo codardi
4.1: (aria, 12/6)
Scorgan poi sue luci belle

Trascrizione del testo poetico

Per le deserte Arene
D’impenetrabil lido il piè movea
Carca di mille pene
La disperata Eurilla e ad ogni passo
Un sospir dal cor trahea.
Poi nel più cupo seno
Di quelle solitudini remote
Fermò sospesa il piede
E di un aspro dolor misera herede
In così flebil note
Amando un cor di scoglio
Esagerò piangendo il suo cordoglio.

Piangete occhi dolenti
E mentre il ciglio geme
Voi lagrime cadenti
Congelatevi insieme
E fabricando un limpido cristallo
Sia all’idol mio che m’odia tanto
Specchio del suo vigore il mio gran pianto.

Sì sì lumi piangete
E con lingue d’argento
Nunzie del mio tormento
Noto a Filen rendete
Quell’ardor che mi strugge a poco a poco
E sian vostr’acque interpetri del foco.

Ridete piangendo
All’empio ch’adoro
E morte mi dà
Che io solo pretendo
Un lieve ristoro
D’amico pietà
Poi che ad un core incenerito e morto
Reca l’altrui pietà dolce conforto.

Ma sete in lagrimar troppo codardi
O da poche pupille
Mentre versate il pianto a stille.
Su cangiate tenore
E ad esprimer del core
Lagrimate vesuvi
Voglio che voi spargete ampi diluvi.
Grandinate, diluviate
Luci mie languide e meste
E habbia vanto il vostro pianto
Di formar fiere tempeste.

Scorgan poi sue luci belle
Entro all’lucide procelle
Di quell’onda fluttuante
La mia fede naufragante
E poiché suo rigor già così piacque
Mora nel foco il cor la fé nell’acque.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 33.4.17 (A) [olim C.I.8A (A.54)].2

Scheda a cura di Cinzia Trabucco
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