Scheda n. 9992

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, tra il 1700 e il 1710

Titolo

Del S:e Alessandro Stradella

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Stradella, Alessandro (1639-1682)
autore del testo per musica: Apolloni, Giovanni Filippo (ca. 1635-1688)

Fa parte di

[Cantate e arie] (n. 9987/5)

Pubblicazione

[S.l. : copia, 1701-1710]

Descrizione fisica

C. 25r-35v

Filigrana

Non rilevata

Note

Sulla cantata è segnata la sola attribuzione della musica; l’autore del testo poetico è tratto dai repertori bibliografici.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Io che lasciato fui
2.1: (aria, la maggiore, 3/4)
Il rimedio d'Amor
2.2: (aria, la maggiore, 3/4)
Il non pensare a te
3.1: (recitativo, c)
Ma dimmi empia rubella
4.1: (aria, la maggiore, 3/8)
Se giovasse il fuggir
4.2: (aria, la maggiore, 3/8)
Lo scordarsi del mal

Trascrizione del testo poetico

Io che lasciato fui
Più che dagl’occhi altrui
Dal mio fato crudele in abbandono
Vengo a provar se giova
In strana forma e nuova
Cangiar me stesso e pur l’istesso io sono,
Filli tu mi lasciasti
Et io dovrei partir
Ma non ho per fuggir petto che basti.

Il rimedio d’Amor
È scordarsi d’amar
Ma l’istesso dolor
Che mi guida a scordar
Fa che l’anima mia
Sol pensa a Filli e ’l suo rimedio oblia.
Il non pensare a te
Solo curar mi può
Ma la tradita fè
In sasso mi cangiò,
E mentre Lete invoco
Corre Lete a mio danno onde di foco.

Ma dimmi empia rubella
Per esser infedele
Pensi d’esser più bella,
Il vanto di crudele
Onde morto mi vuoi
Cresce forse ornamento a’ lumi tuoi.
Così di gloria cede
Nel bel seno di Filli
La pace all’ira, alla bugia la fede
O mille volte e mille
Maledetto quel dì ch’al tuo sembiante
Fissai lo sguardo a tante prove e tante,
Per falsa ti ravviso
Ogni voce, ogni moto, il guardo, il riso
Sembra pace et è guerra,
È nembo e par sereno
E quanto in te si serra
È tutta iniquità, tutto è veleno.
Resta perfida, resta
Quella pace a goder con cui mi lasci,
Lasso ma chi m’arresta?
Chi mi lega le piante
Della ragione a scorno?
Ah ch’in un solo istante
Parto e resto, amo, oblio m’involo e torno.

Se giovasse il fuggir
Come pronto e spedito
Mi partirei da te per non morir.
Ma se per ogni lito
Porto meco il mio mal resta cor mio
Tanto abbrugia l’ardor quanto l’oblio.

Lo scordarsi del mal
Il pianto non asciuga
Né si vince il dolor quand’è fatal,
Che val dunque la fuga?
Che mi giova il partir
Per vendicarmi tanto?
Peno ad amar quanto a scordarmi tanto.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Bc - Bologna - Museo internazionale e Biblioteca della musica
collocazione DD.50.5

Scheda a cura di Giulia Giovani
Ultima modifica: