Scheda n. 9598

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1695-1735

Titolo

L’Arianna / Cantata a voce sola Del sig. / Francesco Mancini

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Mancini, Francesco (1672–1737)

Fa parte di

6 Cantate (n. 9594/3)

Pubblicazione

[S.l. : copia, 1695-1735]

Descrizione fisica

P. 33-72

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Che fai di questo scoglio. Cantata, L'Arianna

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Wright 1975: n. 31, pp. 323-324

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Che fai di questo scoglio
2.1: Affettuoso(aria, la minore, c)
Mescolatevi con l'onde
3.1: (recitativo, c)
Poiché giunte sarete ov'ei soggiorna
4.1: Largo(aria, mi minore, c)
Vuo' che morir mi veda il mio tiranno
5.1: (recitativo-arioso, c-3/8)
Né vi scusate o lagrime dolenti
5.2: (recitativo, c)
Diteli che ai suoi lumi
6.1: (aria, si♭ maggiore, 3/4)
Rieda Teseo e l'cor che langue
7.1: Risoluto(recitativo, c)
Ma se niega l'ingrato
8.1: Presto(aria, fa maggiore, c)
Numi io son tradita
8.2: (aria, 3/4)
Furie che il ciel condanna
9.1: (recitativo, c)
Così di Nisia in su l'incolta riva

Trascrizione del testo poetico

Che fai di questo scoglio
Misera abitatrice
Arianna infelice
Teseo Teseo l’amato ove s’aggira
Di colei che sospira
Perché troppo l’amò. Così l’amore
Così la fede sbaglia
Così sprezza il cordoglio
Arianna che fai su questo scoglio?
Quel sembiante dov’è per cui cangiasti
Di Creta il trono in un deserto lido
Dov’è Teseo l’infido
L’amante che involò la figlia a un Re.

Mescolatevi con l’onde
Sciolte in rivi o mie pupille
E giungete il traditor
Al crudel che mi s’asconde
Portin l’onde le faville
Che per lui m’accese amor.

Poiché giunte sarete ov’ei soggiorna
Diteli che se torna
De rimproveri miei non tema l’ire
Sono avvezza a soffrire e l’imparai
Quando dalla sua mano
Svenato il mio germano empia mirai
Oggi sospiro solo
Per mercè del mio duolo
Che l’ingrato consorte
Il consorte fugace
Rimiri la mia morte e moro in pace.

Vuo’ che morir mi veda il mio tiranno
Ancor che il duol trabocchi
In faccia a quei begl’occhi
Contenta soffrirò l’ultimo affanno.

Né vi scusate o lagrime dolenti
Ch’a voi mancan gl’accenti
Ch’a spiegar degli amanti il duol atroce.
Il sospiro è favella il pianto è cuore.

Diteli che ai suoi lumi
Spettacolo più degno offrir non puote
Del gran Minse la prole
La nipote del sole
Rieda Teseo che fugge
E meco sia presente al mio morire
Poscia come egli suol torni a fuggire.

Rieda Teseo e l’cor che langue
Miri almen chi lo tradì
Poi su l’onda del mio sangue
Torni al lido onde partì.

Ma se niega l’ingrato
Di ricalcar l’abbandonate arene
La terra che il sostiene
Vacilli al grave pondo
Dal Baratro profondo
Stanza degl’infelici
Delle furie più ultrici
Sorga tutto lo stuolo
Precipiti dal polo
Dell’ira delli Dei ministro horrendo
Il fulmine tremendo
Alle mie grida mora
Chi mi tradì Teseo s’uccida.

Numi son io tradita
Punite un infedel
Se restan gl’empij in vita
Io mi ribello al ciel.

Furie che il ciel condanna
Ai regni del dolor
V’invoca un’Arianna
Di voi furia maggior
Furia ch’il ciel condanna
Ai regni del dolor.

Così di Nisia in su l’incolta riva
Mentre alla fuggitiva
Ombra di Teseo havea fisse le ciglia
di Minoe si dolea l’inclita figlia
Era a morir vicina
L’agitata Regina
Quando dal mar su l’onde impietosita
Accorse un nume e la sostenne in vita.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

B-Bc - Bruxelles - Conservatoire Royal, Bibliothèque
collocazione 15324.3

Scheda a cura di Margherita Marocco
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