Record number 937
Bibliographic level | Constituent unit |
Document type | Handwritten music |
Date | Uncertain date, 1790 |
Composer | Asioli, Bonifazio (1769-1832) |
Lyricist | Metastasio, Pietro (1698-1782) |
Owner | Vastarelli, Raffaele (sec. 19.) |
Title | Il Ciclope | Cantata a due voci Poesia dell’ | Abbate Pietro Metastasio | Musica | Del Sig.r Bonifacio Asioli | Per uso del Sig.r D. Raffaele | Vastarelli | Musical presentation | Full score |
Publication | [S.l. : copia, 1790-1800] |
Physical description | C. 114-148. Watermark: not registered. |
Uniform title | Deh tacete una volta. Cantata, Il Ciclope |
Medium of performance | 2V,orch: S,B,2vl,vla,2fl,ob,cl,cor,fag,bc |
Bibliographic repertories | Brunelli 1965: II, 359-360 Insom 2003: 515 RISM A II: 852015379 ![]() |
Bibliography | Barbetti 2007/08 |
Analytical description | 1.1: Moderato (Recitativo, c) Polifemo, B: Deh tacete una volta 2.1: Allegro (Aria, mi bem. maggiore, c) Polifemo, B: Mio cor tu prendi a scherno 3.1: (Aria) Polifemo e Galatea, B e S: Galatea dove fuggi? Ah senti, ah lascia 4.1: Andante maestoso (Aria, la maggiore, 2/4) Galatea, S: È ver mi piace 5.1: (Recitativo) Polifemo, B: A Polifemo in faccia 6.1: Allegro più mosso (Duet, do maggiore, c) Polifemo e Galatea, S e B: Dal mio sdegno il tuo diletto |
Is part of | Composizioni vocali da camera (record n. 938) |
Poetical text transcription | Deh tacete una volta Garrule Ninfe a che narrarmi ogn’ora Barbare i torti miei! Qual inumano Diletto mai nel tormentarmi avete? Galatea d’Aci è amante il so; tacete Ma l’empia del mio duolo Non riderà gran tempo eccola oh Dei! Quel volto sì m’alletta Ch’io mi scordo l’offesa e la vendetta. Mio cor tu prendi a scherno E folgori e procelle E poi due luci belle Ti fanno palpitar. Qual nuovo moto interno Prendi da quel sembiante! Quei non usati incanti Ti insegnano a tremar? Galatea dove fuggi? Ah senti, ah lascia Quell’onde amare. E qual piacer ritrovi Tra procellosi flutti Sempre a guizzar?La tua beltà non merta Di nascondersi al sol. Ne temi forse Gli ardenti raggi?All’ombra mia potrai Posar sicura. Io lusingar col canto Voglio i tuoi sonni; e se d’amor non soffre Ch’io ti parli, oh tiranna, il tuo rigore Il giuro a te non parlerò d’amore. Ma qual beltà pretendi Ch’ami in te Galatea?Quel vasto ciglio Che t’ingombra la fronte? Quelle rivali al monte Selvose spalle? Il rabuffato crine, L’ispido mento, o la terribil voce Ch’io distinguer non so se mugge o tuona Che fa tremar quando d’Amor ragiona? Ah ingrata! Agli occhi tuoi Meno orribil sarei se nel pensiero Aci ogn’or non avessi. È vero, è vero. È ver mi piace Quel volto amato Ad altra face Non arderò. Purchè il mio bene Non trovi ingrato Mai di catene Non cangerò. A Polifemo in faccia Parli o stolta così! Vantarmi ardisci Dunque il rival? Sai che un offeso amore Furor si fa? Che mal sicuro asilo È il mar per te?Che svelta Dalle radici sue l’Etna fumante Rivolterò? Che opprimerò s’io voglio Fra quelle vie profonde E Teti e Dori e quanti numi han l’onde? Trema per Aci, ingrata, Trema ingrata per te. S’ei più ritorna Teco a scherzar sul lido Del mio furor. Del tuo furor mi rido. Dal mio sdegno il tuo diletto Dove mai fuggir potrà? Nel mio seno avrà ricetto Ed amor l’assisterà. E il mio duol?Le mie querele? Non mi muovono a pietà. Col mostrarti a me/lui crudele Tu m’insegni crudeltà. Credi a me cangia consiglio Mancherà/ Crescerà nel suo periglio La tua/mia stolta/bella fedeltà. | ![]() | ![]() | ![]() | Country | Italy | Language | Italian |
Shelfmark | I-MC - Montecassino - Biblioteca dell'Abbazia 1B.6/7(8) |
Record by Raffaella Barbetti