Scheda n. 8653

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, tra il 1760 e il 1790

Titolo

Cantata Nona

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Porpora, Nicola (1686-1768)
autore del testo per musica: Metastasio, Pietro (1698-1782)

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

P. 126-156 [c. 64-79]

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano, violino e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: Presto(recitativo, re maggiore, c)
Destatevi, o pastori, ecco il mattino
2.1: Larghetto(aria, fa maggiore, 12/8)
Nei campi e nelle selve
3.1: (recitativo, c)
Tornerò fra le greggi
4.1: Allegro(aria, re maggiore, 3/8)
Silvio, amante disperato

Trascrizione del testo poetico

Destatevi, o pastori, ecco il mattino.
Del ciel gli azzuri campi
L’alba già imbianca; e l’aria e il suol l’aurora
Con gigli e rose infiora.
Già sul colle vicino
Le cacciatrici ninfe
Affrettano del dì la messaggiera,
Impazienti della sua dimora,
E voi dormite ancora?
Provan già gli archi e pronte
Tese han le reti appo la selva e il fonte
Nerea, Fiorilla e Clori;
Destatevi, o pastori…
Ma destomi ..ahi vaneggio! Dalla mia
Solitaria capanna
Sol l’infelice mia mandra riveggio;
E soffro la crudel guerra che fanno
Nel mio deluso core
Perduta libertade, Amor tiranno.

Nei campi e nelle selve
Seguivo già le belve,
Pascevo il gregge ancor
Libero pastorel,
Libero cacciator;
Ora non sono più quello:
Perdei la libertà.
E quel ch’è peggio, oh Dei!
Come se il mio tormento
Colpa non sia di lei,
Mostrare al mio lamento
Clori non vuol pietà.

Tornerò fra le greggi
All’afflizione ed al silenzio in preda;
Poi delle fiere in traccia
Quel disperato per alpestri selve
Imprenderò la perigliosa caccia;
E senza tema, qual chi morte aspetta,
Sulle rabbiose più feroci belve
D’una belva crudel farò vendetta;
Gridero’ forsennato,
E ovunque volga i furiosi passi
Dirò: “D’ingrato amor quest’è l’effetto:
E se a pietà non mossi un bianco petto,
A pietà mossi almeno i tronchi, i sassi.”
Empia, e allor che mia morte al fin saprai,
Vieni e, sul tronco d’una quercia annosa,
Al cui piè giacerò, tu leggerai:

“Silvio, amante disperato,
Sfortunato cacciatore,
Infelice pastorello,
Per un core senza amore
Pure al fin cedendo al fato
Qui per sempre riposò.
Pastorelli, cacciatori,
Che passate ov’egli giace,
Gli augurate quella pace
Che la perfida sua Clori
Gli promise e gli mancò.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 6.3.4 olim Cantate 233(2).9

Scheda a cura di Giacomo Sances
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