Scheda n. 8033

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, tra il 1640 e il 1660

Titolo

Sparsa il crine e lacrimosa

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Rossi, Luigi (1597-1653)
autore del testo per musica: Della Corgna, Fabio (1600-1643)

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

C. 41r-46v ; iniziale ornata

Filigrana

Non rilevata

Note

Il titolo è presente in altra fonte: I-Bc Q 46

Titolo uniforme

Sparsa il crine e lagrimosa. Cantata lamento, Lamento di Zaida Mora

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Caluori 1981: pp. 94-95, n. 184

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (arioso, la minore, 3)
Sparsa il crine
2.1: (recitativo-arioso, re minore, c-3)
Dove n’andate
3.1: (recitativo, la minore, c/)
Rendil superbo
4.1: (arioso, la minore, 3)
Volgi le prore
5.1: (recitativo-arioso, la minore, c/, 3)
Ma tu lassa

Trascrizione del testo poetico

Sparsa il crine e lacrimosa
Dell’ Egeo nell’ampie sponde
Zaida bella e dolorosa
Infelice
Grida all’aure e piange all’onde
Cosi dice:

Dove dove n’andate
Quasi a volo per mar tumide vele
Del pirata crudele
Che serve ilre toscano
Ahi barbaro Christiano,

Volgi le prove in qua
Rendimi Mustafà.

Rendil superbo ed empio
Che non lice involar le spoglie a un Dio
Egli non è già mio
È d’Amore. Amor che’l tutto regge,
E ne la legge sua crede ogni legge.

Predator insolente
Che con croci di foco ardi ogni lido
Senti il grido e ti muova
Il dolore d’una mora
Che more in man d’Amore
Cosi gonfin tue vele aure feconde,
E t’obbedisca il mare
E s’increspi giocondo alle tue voglie
Cosi per te si spogli.
Bizzantio invitto e del turchesco Impero,
Prostrato ogni guerriero.
Alla tua spada ceda
E tu già carco di piropi e d’oro
E d’ogni ricca preda
Facci all’Etrusco mar lieto ritorno.

Volgi le prore in qua
Che drizzasti a Livorno
Rendimi Mustafà.

Ma tu lassa non curi
Mie lacrimose strida,
Ahi ahi nemica del mio Cielo
Non mai fortuna arrida
All’ingiuste tue voglie
E tue Christiane spoglie
Preda sian di color che tu predasti
L’acqua in cui tanto osasti
Contrastata da venti
Perfido a te contrasti,
E qual ti mostri a me sordo a tuoi preghi
Perfido il mar t’anneghi.
Ah Ciel che dissi oh Dio
Cada sovra di me l’augurio indegno,
Poi che va l’alma mia dentr’ a quel legno.

Ah che sia maledetto
Poiché del mio dolor sì poco cura
L’arabo macometto
E’l suo seguace Ali
La Mecca il suol la copra,
E cada sotto sopra
Medina Talna bi
Sia maldetto il dì
Che Zaida nacqui poi
Che prigion per acque
Cinto di ferro va
Il suo caro Mustafà.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

F-Pn - Paris - Bibliothèque Nationale de France
collocazione RES VM7-102-150.7

Scheda a cura di Sébastien Guillot-Genton
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