Scheda n. 798

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1640-1660

Titolo

Navicella che sì altera

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Carissimi, Giacomo (1605-1674)

Fa parte di

[Cantate] (n. 539/23)

Pubblicazione

[Roma : copia, 1640-1660]

Descrizione fisica

1 partitura (cartolazione antica cc 135-145v; cartolazione moderna cc 138-148v)

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Navicella che sì altera. Cantata morale

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (aria, mi minore, 3/2)
S, Navicella che sì altera
2.1: (aria, mi minore, c)
Fin che puoi con lieto ciglio
3.1: (aria, mi minore, 3/2)
Tu trascorri a cieca sorte
4.1: (aria, mi minore, c)
E l'auretta che ti scorge
5.1: (aria, mi minore, 3/2)
Ma vedrai che tosto ad alto
6.1: (aria, mi minore, c)
Né difesa al fero orgoglio
7.1: (aria, la minore, 3/2)
Ma perché mendico altronde
8.1: (aria, la minore, c)
Tu del mar fatta aratrice
9.1: (aria, mi minore, 3/2)
Navicella ascoso il lido
10.1: (aria, mi minore, 3/2)
Par ch'accinto a richiamarti
11.1: (recitativo, c)
Senti quel muto aviso

Trascrizione del testo poetico

Navicella che sì altera
Perché hai grave il sen di vento
Concepisci un ardimento
D’assorbirti l’India intera

Fin che puoi con lieto ciglio
Salutar la patria sponda
Libra l’ancora sull’onda
E ripensa al tuo periglio

Tu trascorri a cieca sorte
Un sentier ch’è tutto scille
Che se ben ne scampi mille
Uno al fin t’aspetta a morte

E l’auretta che ti scorge
Se ben par Zefiro amato
D’Aquilone è il primo fiato
Ch’è benigno all’hor che sorge

Ma vedrai che tosto ad alto
Svellerà l’onde e la terra
Divenendo aperta guerra
Quel che fu tacito insulto.

Né difesa al fero orgoglio
Fian del polo amiche stelle
Vien dall’orse et ha con quelle
Aquilon comune il soglio.

Ma perché mendico altronde
Chi sia Fabro a tua sventura
Apri tu la sepoltura
A te stessa in solcar l’onde.

Tu del mar fatta aratrice
Vi coltivi i rischi tuoi
Onde al fin altro non puoi
Che raccor messe infelice

Navicella ascoso il lido
Patrio monte ancor ti resta
Che con mutula protesta
Ti rammenta il mar infido

Par ch’accinto a richiamarti
Si sollevi in fronte audace
Et immoto esser gli spiace
Per non correr a frenarti

Senti quel muto aviso
Di stabil consigliero
Odi da lungi i tuoi fraterni pini
Che su l’alta pendice
Giungendo fino al centro
Con l’annosa radice
Scherniscon l’Aquilone
E torna saggia dagli insani elementi
In quei teatri a trionfar dei venti.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rc - Roma - Biblioteca Casanatense
fondo Baini
collocazione Ms 2478.23

Scheda a cura di Chiara Pelliccia
Ultima modifica: