Scheda n. 7371

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1655-1680

Titolo

Bel tempo c’havete. Del Sig.r Mario Savioni

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Savioni, Mario (1606/8-1685)
copista: Capell, Edward

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

C. 47r-62v ; iniziale ornata.

Filigrana

Non rilevata

Note

Precedenti possessori : Prunières, Henry (1886-1942) ; Thibault, Geneviève (1902-1975).

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (aria-refrain, la minore, 6/8)
Bel tempo ch’havete
2.1: (recitativo, re minore, c)
Il suono e’l canto
3.1: (aria, la minore, c)
Canti pur
4.1: (recitativo, re minore, c)
Sol d’una cosa
5.1: (aria, la minore, 3/4)
Non niego sentirmi
6.1: (recitativo, sol maggiore, c)
È pure altri
7.1: (aria, la minore, 3/4)
Ma non è mica ver
8.1: (recitativo e aria, sol maggiore, c, 3/4)
Che s’io fossi innamorata
9.1: (recitativo e aria, la minore, c, 6/8)
E pur v’è chi si pensa
10.1: (recitativo, sol maggiore, c)
Voglio a questo proposito
11.1: (aria, sol maggiore, c, 3/4)
Batte martellino
12.1: (aria, sol maggiore, c, 3/4)
Ridi pur felice
13.1: (recitativo e aria, la minore, c, 6/8)
O poveraccia

Trascrizione del testo poetico

Bel tempo c’havete
Vi basta di dire
Sonate cantate
O quanto pregare
Ohimè come sete
Bel tempo c’havete.

Il suono e’l canto
Si dan vanto
D’esser figli del contento,
E il mio cor sol è Padre del tormento.

Canti pur chi su le cime
Della ruota di fortuna
Tiene il piede ogn’hor sublime
Ch’io non ho mai sorte alcuna
Onde a me dir non potrete
Bel tempo c’havete.

Sol d’una cosa mi compiaccio e godo
Ancor che mi conosca sfortunata
Ch’io non son come certe innamorate
Non niego sentirmi ancor io
Nel centro del core
Un certo desio per vaga beltà
Che sospirare
Ma poco è penare
Ma poco tal’hora mi fa.

E pure altri mi dice a fé tu ardi.

Ma non è mica ver, Dio me ne guardi.
È un certo affetto
Ch’io porto a un giovinetto
È vero ch’è bello
Ma senza cervello
Mi fugge s’io lo miro
Mi sprezza se per lui peno e sospiro.

Che s’io fossi innamorata
Morirei disperata
Perché mi veggio ancor negar gli sguardi.
Ma non è mica amor Dio me ne guardi,
E pur v’è chi si pensa
Ch’io sia serva d’amore
Ma certo è in grand’errore
Se bene hoggi dì
Par che s’usi così si pensa al male,
E poi si dice il peggio
Basta che si sospiri,
Che si guardi ad un huom più d’una volta
Che subito si dice ho inteso
Ah i è data ò poverina
Caduta è già caduta,
Nell’amoroso laccio.
Cosi forse di me voi dir volete
Bel tempo c’havete.

Voglio a questo proposito
Cantarvi una arietta nova,
No che contro le donne,
Ma che ne voglio fare
Tanto la vo cantare.

Batte batte martellino
Mi suol dir la Donna mia
Se pur vede ch’io mi stia
Malinconico un tantino
Ed io tra duri affanni
Di lite e di mal anni
Tal hor sospirerò?
Ma questo sol avviene
Che la donna a tutt’hore
Ad altro mai non pensa ch’all’amore.

Ridi pur felice ridi
La tua donna questa sera
T’ha mostrato buona cera
Lilla brontola e mi dice
Ed io forse nel petto
D’altro gioia e diletto
Tal hor mi serberò.
Ma dica pur chi vuole
Che per quello che veggio
La donna sempre pensa a quel ch’è peggio.

O poveraccia me so che l’ho fatta
Cantar una canzone
Ch’è tutta in nostro scorno,
E quel ch’e peggio voi ve ne ridete.
Bel tempo c’havete.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

F-Pn - Paris - Bibliothèque Nationale de France
fondo Chambure
collocazione Res. VMF MS-28.4

Scheda a cura di Sébastien Guillot-Genton
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