Scheda n. 7009

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1660-1690

Titolo

Cinta di lieto coro

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Tricarico, Giuseppe (1623-1697)

Fa parte di

17 Cantate (n. 6929/9)

Pubblicazione

[S.l. : copia, 1660-1690]

Descrizione fisica

P. 201-215 [c. 101-108v]

Filigrana

Non rilevata

Note

Al’’interno e in coda a 4.1 indicato: "Passagallo". Il testo poetico tratta l’episodio biblico del sacrificio della figlia di Jefte (cfr. Libro dei Giudici).

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, fa maggiore, c)
Cinta di lieto coro
2.1: (aria, fa maggiore, c3/2)
Ferma il piè vaga donzella
3.1: (recitativo-arioso, c)
O lume quant’è vicina
4.1: (recitativo-arioso, si♭ maggiore, 3/2)
Vittorioso chi più di te
5.1: (aria, sol minore, c)
La tua spada altere fronti
6.1: (recitativo-arioso, sol minore, c)
Ma già la mira il genitore e grida
7.1: (aria, sol minore, c3/2)
Honori non prezza
8.1: (aria, si♭ maggiore, c)
Il tuo Padre o cara figlia
9.1: (arioso, c)
E in questo dir l’ignudo ferro alzò
10.1: Presto(aria, do minore, c3/2)
Ferisci intrepido
11.1: (recitativo, c)
Purché le palme tue s’ergano a Dio
12.1: Adagio(aria, sol minore, c)
Sol mi dona per Pietà
13.1: (aria, do minore, c)
Il terren vano contento

Trascrizione del testo poetico

Iepht.
Cinta di lieto coro
La verginella hebrea
Fastoso il piè movea
A trionfar sotto il paterno alloro.

Ferma il piè vaga donzella
Ove vai ove t’appressi
Germogliar già vedo o bella
Da le palme i tuoi cipressi.

O lume quant’è vicina
All’altezza che speri la ruina?
Et ecco da lontano
Ove acclamar la vincitrice mano
Veloce ella precorre
Sciolse intanto a le corde
La man la voce al canto.

Vittorioso chi più di te
Fortunata chi più di me
<i>Passagallo</i>
Sovra i fiumi di sangue ergi trofei
Et io su le tue glorie i vanti miei
Vittorioso chi più di te
Fortunata chi più di me
<i>Passagallo</i>

La tua spada altiere fronti
Atterrò di dio rubelle
De tuoi merti i vasti manti
Mi sublimano a le stelle.

Ma già la mira il genitore e grida
Figlia che dico figlia ah sorte infida
In che speri più aita
Se morte ti darà chi ti diè vita?

Sparite vittorie
Svanite mie glorie
Che fate con me?
Funesti trofei
Trionfi d’omei
Lasciate ohimè.

Honori non prezza
Contenti disprezza
Quest’alma impotente
Che trafigger dovrò figlia innocente.

Il tuo Padre o cara figlia
Tuo carnefice sarà
Questa psada hor hor vermiglia
Del tuo sangue si si vedrà.
E con funesta sorte
Di gloria invece ne coglierai la morte
Così promisi a Dio così farò.

E in questo dir l’ignudo ferro alzò
A voce sì languente
A vista sì dolente
Con giulivo sembiante
Si risponde la vergine costante.

Ferisci intrepido
Padre invingibile [sic]
Che già non trepido
Morte terribile.

Purché le palme tue s’ergano a Dio
Irrrigale ben….col sangue mio.

Sol mi dona per pietà
Ch’io per breve tempo honori
Fra selvestri e muti horrori
Il bel fior di purità
E con pianto giocondo
Renda l’esequie mie celebri al mondo.
Sì dice, il Padre cede
E breve hore di vita le concede
Giunge il tempo prefisso e tutta core
Dal paterno furor svenata more.

Il terren vano contento
Sorge a pena e ratto piomba
E racchiude in un momento
Fasti immensi angusta tomba.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

B-Bc - Bruxelles - Conservatoire Royal, Bibliothèque
collocazione 15322.9

Scheda a cura di Teresa M. Gialdroni
Ultima modifica: