Scheda n. 693

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1640-1660

Titolo

Infeice chi crede; del d.o

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Caproli, Carlo (1614-1668)

Fa parte di

[Cantate] (n. 568/21)

Pubblicazione

[Roma : copia, 1640-1660]

Descrizione fisica

1 partitura (8 c., num. 127-134v)

Filigrana

Non rilevata

Note

In SBN errata attribuzione a Carlo Cesarini (1666-1730)

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Infelice chi crede
@c 8-''CC'4A8AxG/4AA4-8EE/4AA-8AA/''4C8CE'4B8B''D/4 C8C
2.1: (aria, sol maggiore, 3/2)
S, Lungi pur dal vostro seno

Trascrizione del testo poetico

Infelice chi crede
A’ i sospiri agli sguardi
A’ i prieghi a’i pianti
Delle donne incostanti
Fede prestando ove non è mai fede
Ch’alfin nei propri danni
Di quell’anime ingrate
Riconosce gli inganni
E ritrova che finta è la pietade
Che i pianti son mendaci
Che i sospir son fallaci
E son i lor pensieri ogn’or intenti
A perfidie a menzogne a tradimenti
Ben nel regno d’amore
Mostran ess[e] talor l’anima ancelle
Ma con aspro rigore
Vivon d’amor rubelle
E pari alla bellezza
Regna nel petto lor severa asprezza
E perchè sian delusi i folli amanti
Qual serpe in fra le rose
Tengon l’insidie ascose
In placidi sembianti
Per finger i martiri
Falsi nunzi del cor hanno i sospiri
E chiamano à la voglia
Su gli occhi il pianti
A simular la doglia
Con quest’arti crudeli
La mia bella nemica
In vari modi
Voi lo sapete o cieli
Rese più stretti al cor gli usati nodi
Quando ch’al mio partire
In lagrimosa pioggia il volto asperse
E le luci perverse
Finsero al mio dolor empio martire
Indi chi’l crederia
A pena cols’il piede
Ch’à la gran fede mia
Più non serbando fede
Entro quel cor che le mie fiamme accolse
Ben mille fiamme a suscitar si volse
Ed ebbe allor quel volto mentitore
Lingua di foco ma di gelo il core
Voi dunque che guite
Il sol di due bei rai
Udite amanti udite
Per beltà lusinghiera
Senza fè senz’amore
Quanto prove nel sen cocente ardore
E ministre di pene
Qual mi avvolsero il cor dure catene
Al fin del mio servir de miei tormenti
Furo vostra mercede i tradimenti.

Lungi pur dal vostro seno
Sia’l veleno
Di quel bel ch’alletta e piace
Che fallace ministro
Vi sarà di pianto eterno.
A un core innamorato
Il ciel d’un volto è un lagrimoso inferno.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rsc - Roma - Biblioteca del Conservatorio "S. Cecilia"
collocazione G Ms 885.21

Scheda a cura di Tiziana Affortunato
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