Scheda n. 6343

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, tra il 1710 e il 1740

Titolo

Cantata a voce sola di soprano / Del Sig:r Cavaliere Alessandro Scarlatti

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Scarlatti, Alessandro (1660-1725)
possessore: Sigismondo, Giuseppe (1739-1826)

Fa parte di

Pubblicazione

[Napoli : copia, 1711-1740]

Descrizione fisica

1 partitura (c. 89-95)

Filigrana

Non rilevata

Note

La cantata era parte della collezione di Giuseppe Sigismondo, acquisita dalla biblioteca del Conservatorio nel 1827; una cartulazione errata è barrata e sostituita da una a matita; la cantata è mutila dell’ultima carta.

Titolo uniforme

Mitilde alma mia. Cantata

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Mitilde alma mia se udiste mai
2.1: Adagio(aria, si♭ maggiore, 3/8)
Abbandonato e solo
3.1: (recitativo, c)
Oh quante volte oh quante
4.1: Andante(aria, do minore, 2/2)
Vagabondo fiumicello

Trascrizione del testo poetico

Mitilde alma mia, se udiste mai
Qual fiero, aspro tormento
Soffre Niso infelice
Da quel fatal momento
In cui lungi dal Tebro il piè volgesti,
Forse pietade avresti
Dell’infelice Niso.
Ah che privo del bene
Traggo le notti e i giorni
Tra lagrime e sospir, tra affanni e pene
E se talora alla campagna, al bosco,
Porto il piè disperato
Rimiro in ogni lato
Immagini di duolo e di tormento.
Arresto il passo e lento
Sussurrar mesta l’aura a’ miei sospiri,
Piangere al pianto mio
Il limpidetto rio,
E parmi udir ch’in flebili concenti
Si duole ogn’augellino a’ miei lamenti.

Abbandonato e solo
Sospira l’usignuolo
Sfogando le sue pene e dice: io moro.
Ed io al bosco interno
Richiamo notte e giorno
Il mio lontano bene, il mio tesoro.

Oh quante volte, oh quante
Il mio acceso desio
Per l’usato sentier guida le piante
Al tuo già caro abbandonato albergo,
Ma poi deluso, oh Dio,
Sento ch’esala il cor più d’un sospiro
Allor che osservo e miro
Le vedovi pareti,
E rivolto a’ quei sassi, ai venti, all’aure
Esclamo: Chi di voi
Dirmi saprà se Flora
Qualche memoria ancor serba di Niso?
Ma di Niso gl’accenti
Son muti i sassi e sorde l’aure e i venti.
Quindi ratto il pensiero a te sen vola
Ch’in te solo ritrova
Lieve ristoro al duol, lieve conforto
E in te risposa e vi rimane absorto.

Vagabondo fiumicello
Lascia il mare dove nacque
Poi ritorna ed in quell’acque
Perde il nome e ferma il piè.
Così ancor bell’Idol mio
Quasi al mar d’onde part’io
Da te parte e a te ritorna
Il mio ...

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione Cantate 261 (=34.5.10).17

Scheda a cura di Giulia Giovani
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