Scheda n. 6298

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1750-1831

Titolo

Siciliana del Sig.r Aless. Stradella

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Stradella, Alessandro (1639-1682)

Fa parte di

Pubblicazione

[S.l. : copia, 18° sec.]

Descrizione fisica

PP. 89-115

Filigrana

Filigrana costituita dalle lettere FP (Rilevata alle pagine 94, 109 )

Note

Il numero di pagina 104 è stato ripetuto due volte (vedi immagini). L’errore non è rilevato sul Catalogo di Maccavino.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo-arioso, la minore, c)
Il penare per te
2.1: (recitativo, c)
Sol contenta l'amata
3.1: Adagio(aria, la minore, c)
Febo il corso arresterà
3.2: Presto(aria, la minore, c)
La mia Irene adorerò
4.1: Grave(recitativo-arioso, la minore, c)
Sotto il cielo latino
5.1: (aria, si minore, 3/2)
Sorte ria che seguirà
5.2: (aria, si minore, 3/2)
Mio destino e che farò
6.1: (recitativo-arioso, la minore, c)
Destinati nell'Erebo profondo

Trascrizione del testo poetico

Il penare per te bella m’è caro
Pur che un giorno sperar possa mercede.
Deh ti muova a pietà il mio pianto amaro
Che nascan queste stille in mar di fede.

Sol contenta l’amata
Che baci genuflesso a’ piedi tuoi
Quella mano adorata
A cui diè l’alabastro i pregi suoi
E s’il candore è simbolo di fede
Al candor della man l’alma non cede.

Febo il corso arresterà,
L’ondeggiar cesserà il mare,
Ma ch’io lasci mai d’amare
Non può esser nè sarà.
La mia Irene adorerò
Fin c’havrò spirto nel seno
Né il mio foco verrà meno
Ma via più l’accenderò.

Sotto il cielo latino
Non si vidde già mai beltà sì rara
E per donna sì cara
Meraviglia non fia s’arde Fileno
Se per lei venne meno,
Se gli eremi cercò,
Se pianse, se languì,
Se per lei delirò
Ch’al fin lecito fia
Piangere, vaneggiar, perder i sensi
Per bellezza divina
Che merta idolatria, che merta incensi.

Sorte ria, che seguirà?
Finirà di piagarmi, tormentarmi
La crudel mia deità?
Mio destino e che farò?
Viverò! Fiera sorte dammi morte
Perché almen non penerò.

Destinati nell’Erebo profondo
Furon quei che nel sen gl’odii covaro
Ivi gl’empii andaro giustamente puniti,
Ma la crudele Irene
Fa provare un Inferno
Al misero Fileno
E vuol ch’in seno senta incendio eterno
E per pena maggior non vuol che mora.
Tal castigo le dà perch’ei l’adora.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-PLcon - Palermo - Biblioteca del Conservatorio di Musica "Vincenzo Bellini"
fondo Pisani
collocazione Arm.I Pis.4.5

Scheda a cura di Giuseppe Migliore
Ultima modifica: