Scheda n. 5600

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data certa, 1799

Titolo

Coro

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Sigismondo, Giuseppe (1739-1826)
dedicatario: Borbone Ferdinando I, re delle Due Sicilie (1751-1825, già IV re di Napoli e III re di Sicilia)
copista: Sigismondo, Giuseppe (1739-1826)
possessore: Sigismondo, Giuseppe (1739-1826)

Fa parte di

Pubblicazione

[Napoli : autografo, 1799]

Descrizione fisica

1 partitura (c. 83-94) ; 220x290 mm

Filigrana

Non rilevata

Note

Il brano è il quinto del volume il cui frontespizio e indice (Cantate ed arie di D. Giuseppe Sigismondo Dilettante. Libro I) è a carta 19r; questo corrisponde al manoscritto numero 833 della collezione di Giuseppe Sigismondo, acquisita dalla biblioteca alla sua morte; il brano, secondo quanto scritto a carta 19r è "Coro con tutti Istrum.ti a 2. Canti, Tenore, e Basso pel ritorno di Ferd. IV in Napoli 1799".

Titolo uniforme

Al Cielo al Ciel sia lode. Forma non specificata

Organico

Coro (S,S,T,B), oboe, clarinetto, fagotto, 2 corni, 2 violini, viola e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (aria, re maggiore, 2/2)
Al Cielo, al Ciel sia lode

Trascrizione del testo poetico

Al Cielo, al Ciel sia lode
Che col celeste brando
Ci tese Ferdinando
Il nostro padre e Re.
Sia gloria a Ferdinando
Che diede scosse e tante
Al gallico Gigante
Che a terra l’abbatté.
Tutti in bei cori unitevi
O voi partenopei
Fate da grati ebrei
Plauso al liberator.
Così l’ebree donzelle
Accolsero festanti
Fra gioia, suoni e canti
Davide vincitor.
Davide è Ferdinando,
Golia è il Gallo fello
E noi siam Israello
Cui Davide salvò.
La Santa Arca lordata
Dai nuovi Filistei
Col sangue già de’ Rei
Che il Ciel purificò.
Chi può senza dolore
Cara memor gli esempi
Che ci spiegaron gli empi
Di fasto e crudeltà,
In occhio la lussuria
Sfrontata sen correa
La man sugli occhi avea
Timida l’onestà.
Il commissario Gallico
Urtò con man sinestra
Sul ricco, e colla destra
La borsa gli strappò.
Di qua, di là volgendosi
Il livido sospetto
L’onesto e il poveretto
Col piombo fulminò.
Pietà con mani tremule
Al Nume l’occhio volto
In pianto, il cor disciolto
Più volte sospirò.
Giustizia incatenata
Da libertà e baldanza
La misera eguaglianza
Libera rimirò.
Tal pur sul Terebinto
Comparve un dì Gloria
Che con ferocia ria
Stragge e terror spirò.
Ma grazie al nuovo Davide
Che i pianti e la mestizia
In canti ed in letizia
Da forte ci cambiò.
Al Cielo, al Ciel sia lode
Che col celeste brando
Ci rese Ferdinando
Il nostro padre e Re.
Sia gloria a Ferdinando
Che diede scosse tante
Al Gallico Gigante
Che a terra lo abbattè.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione Cantate 294 (=25.1.4; =20.2.3).6

Scheda a cura di Giulia Giovani
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